Lazio-Napoli: ancora un turno di campionato e poi volgere al termine questo complicatissimo 2020 anche per il mondo del calcio.
Lazio-Napoli era la gara del riscatto per due formazioni che, per motivazioni diverse, sono arrivate a questa sfida un pochino deluse dall’andamento del precedente turno. A fare festa sono i biancocelesti, vittoriosi con merito col punteggio di 2-0. Ecco i principali spunti del match:
- Lo spettacolo indegno: seconda sconfitta consecutiva, ma di un tenore totalmente diverso rispetto a quella immeritata di Milano, con gli azzurri mai scesi in campo e in grado di “mortificare” la maglia azzurra. Nessun rispetto per il club e per i tifosi con una prestazione che deve far riflettere e mettere in discussione tutti, a partire dal tecnico che dopo un anno non è ancora riuscito a risolvere il problema dell’impatto iniziale con le partite.
- Il “dopolavoro ferroviario”: finire la partita con Lobotka, Malcuit, Ghoulam fa davvero specie se ti chiami Napoli e hai ambizioni da Champions. La percezione è che se la squadra titolare fosse quella che ha concluso la gara dell'”Olimpico” farebbe davvero una gran fatica anche solo a salvarsi in Serie A. Capitolo a parte merita la questione terzino sinistro: a metà della seconda stagione di Sarri si fece male Ghoulam, bene sono passate sette lunghissime sessioni di mercato e i laterali mancini ancora si chiamano Mario Rui e Ghoulam. Caro Giuntoli quando pensa di poter mettere a disposizione dell’allenatore un terzino sinistro titolare di valore?
- La difesa “costipata”: non andiamo sui singoli ma soffermiamoci sul reparto arretrato, dove ieri tra titolari e subentrati hanno giocato praticamente tutti. Non è possibile subire la prima rete lasciando colpire di testa la “Scarpa d’oro” dell’ultima stagione, tra due centrali che mediamente gli rendono dieci centimetri. La seconda rete non è neanche commentabile per non accanirci nei confronti di un calciatore che, non per colpa sua (vedi sopra), da buon rincalzo si è trasformato da troppi anni nel titolare inamovibile della corsia di sinistra.
- La scorta spuntata: ieri sera mancavano due delle tre lampadine in grado di accendere la squadra (Insigne e Mertens a cui si aggiunge Osimhen), ma l’attuale tridente è davvero inadeguato per pensare di affrontare una Lazio, anche lei piena di infortuni. Pochi gol nelle gambe e il peso dell’attacco tutto nei piedi di Lozano (in bocca al lupo al messicano), con gli altri due partner non in grado di dare qualità, spiegano la scarsa vena degli azzurri (0 gol in due trasferte).
- Tutti tranne uno: ieri a centrocampo ha giocato chiunque tra gli uomini in rosa, ad eccezione dell’unico insostituibile nella zona nevralgica del campo, ovvero Diego Demme. Ruiz e Zielinzki (il polacco tra i due o tre peggiori in assoluto) a vuoto, Bakayoko, mai in grado di costruire gioco e un impresentabile Lobotka hanno fatto rimpiangere il tedesco. In questa analisi va affrontata anche la “questione” Elmas, il macedone sembra quasi un “tappabuchi” che talvolta gioca trequartista, altre esterno offensivo o centrocampista centrale. Se vogliamo dare una direzione e formazione a questo ragazzo, andrebbe scelto un ruolo ben preciso e farlo crescere nella posizione. Diversamente che plusvalenza sia!
Articolo a cura di Marco Lepore