I PERICOLI
Dicevamo di una squadra solida e infatti nel girone di Europa League, il Granada è arrivato secondo alle spalle del Psv (eliminando Omonia Nicosia e Paok) con 6 gol fatti e appena 3 subiti. Il merito di tale rendimento è di un sistema di gioco molto chiaro: 4-1-4-1 con Gonalons (il centrocampista a lungo corteggiato da Benitez ai tempi di Napoli e poi meteora per una stagione alla Roma) davanti alla difesa e una batteria di centrocampisti offensivi alle spalle di un’unica punta. Diego Martinez è il quarantenne allenatore cresciuto sotto la guida spirituale di Unay Emery al Siviglia (da assistente ha vinto anche l’Europa League del 2014) che non crede nel falso nueve. Nella sua squadra, infatti, gioca sempre un centravanti fisico.
A contendersi una maglia i due veterani Soldado (ex Real Madrid, Tottenham e Valencia) e Molina. Attorno a lui ruota la fantasia in salsa venezuelana: Machis (ex Udinese) ed Herrera (in prestito dal City). Sulla fascia sinistra, poi, occhio a Luis Suarez. Niente a che fare con l’omonimo uruguaiano dell’Atletico Madrid, ma gol e qualità non mancano nei piedi del 23enne colombiano del Granada. Fino al 2016 il club era di proprietà della famiglia Pozzo, mentre ora tutto è nelle mani della Desport, società cinese (ex proprietaria del Parma) che ha riportato il club in Liga centrando la qualificazione in Europa al primo tentativo. Caso del destino: il Granada lo scorso anno ha totalizzato 56 punti, ovvero gli stessi della Real Sociedad, ultimo avversario del Napoli in Europa League. Fonte: Il Mattino