Inter-Napoli: dopo il turno infrasettimanale, ancora una trasferta “tosta” per i partenopei che domenica andranno a Roma contro la Lazio.
Era il big match della dodicesima giornata quello disputato ieri sera a “San Siro” tra Inter e Napoli. Un banco di prova per le ambizioni di classifica di entrambe le squadre.
Ecco i principali spunti del match:
- La sfida dei “Santi”: nulla da dire il sangue di San Gennaro non si era sciolto e i presagi non erano dei migliori, ma probabilmente Sant’Ambrogio ieri ha chiesto urgenti rinforzi “più in alto” per portare a casa i tre punti contro un Napoli che ha massacrato anche in dieci i veri favoriti per lo scudetto. Infortunio di Mertens, un palo e tre miracoli del portiere nerazzurro fanno capire quanto gli azzurri siano stati forti sul campo. Il campionato però è ancora lungo e la classifica cortissima, dunque calma e sangue freddo.
- L’ansia da DPCM: i tifosi del Napoli in queste ore saranno molto più in ansia per le condizioni di Dries Mertens che non per sapere se ci sarà davvero il lockdown a Natale. In bocca al lupo al folletto belga, sperando che ritorni presto, ora sarà il turno di Petagna che avrà la grande occasione almeno per le prossime due partite.
- La nuova Inps: Gattuso con un occhio bendato, Mertens uscito dopo pochi minuti, Barella con un livido e Brozovic che alza bandiera bianca a metà ripresa. Insomma ieri sera sembrava più di stare in fila all’ufficio dell’Inps che non in un campo di calcio di Serie A.
- L’inferiorità del Sud: ci piacerebbe giocare almeno una partita di calcio contro le milanesi in undici contro undici perchè diciamola tutta, ci siamo un pochino rotti le scatole di subire le angherie dei Rizzoli Boys. Sarà fermato Doveri per la simulazione di Chiesa in Juventus-Atalanta? Sarà fermato Massa per aver chiuso gli occhi quando Skriniar commette il fallo da seconda ammonizione, mentre ha aperto bene le orecchie quando ha sentito le offese di Insigne? Ma questo è il paese in cui si penalizza il Napoli per una presunta telefonata a De Luca, mentre per una chiamata accertata per ottenere un passaporto la Juventus non rischia nulla. Caro Aurelio è il momento di aiutare i tifosi partenopei a non sentirsi inferiori a nessuno…
- La parola di troppo: accusato (a ragione in parte) l’arbitro, va anche detto che Insigne poteva evitarsi quelle parole, soprattutto se indossa la maglia di una squadra verso la quale non si è mai stati troppo permissivi in qualunque lingua le si pronunci (dal napoletano al macedone). Questa sua leggerezza condizionerà purtroppo anche le prossime gare e in un momento in cui mancheranno Mertens e Osimhen, non è il massimo perdere anche il capitano per un turno (speriamo), come successo a Morata che però indossa un’altra maglia.
Articolo a cura di Marco Lepore