Napoli-Sampdoria: gli azzurri vincono di rimonta contro una Sampdoria che nel primo tempo ha messo in difficoltà con le sue mosse tattiche.
Partita molto interessante quella giocata ieri pomeriggio alle 15 tra Napoli e Sampdoria allo stadio “Diego Armando Maradona” (avevo proprio voglia di pronunciarlo) con i ragazzi di mister Gattuso che si regalano il terzo successo di fila in campionato. Ecco i principali spunti del match:
- La lezione: mi piace aprire chiedendo personalmente scusa ad Andrea Petagna, da me “bollato” solo sette giorni fa come una pura alternativa da “Garbage Time”. Pur non cambiando affatto una virgola sulla mia idea (col tempo potrebbe farmi cambiare idea) va detto che per la seconda volta, dopo Benevento, il bomber italiano segna una rete decisiva dimostrando di volermi smentire a tutti costi. Complimenti davvero!
- I “rivedibili”: bocciati senza se e senza ma Fabian Ruiz e Politano autori, come tanti nel primo tempo, di una prestazione deludente. Il centrocampista spagnolo è in fase involutiva, forse a causa di un ritardo di condizione, ma non deve diventare il “capro espiatorio” dei tifosi perchè ad esempio Bakayoko quando chiamato in causa sta facendo molto male a mio avviso. Discorso diverso per l’esterno d’attacco che, dopo una prima parte di stagione brillantissima, sta vivendo una fase di appannamento soprattutto nel rincorrere gli avversari e garantire la giusta copertura a destra.
- Il terzo “TOP PLAYER”: più volte ho ribadito che le due “lampadine” in casa Napoli si chiamano Insigne e Mertens, ma in questo momento non possiamo nascondere la crescita netta di Lozano, diventato il terzo faro di una squadra che talvolta si smarrisce. Primo gol sudamericano al “Maradona” (ribadisco la goduria nel pronunciarlo) in campionato, a cui si aggiunge un assist e un palo e una prestazione maiuscola. Come sono lontani i tempi in cui era schierato da prima punta…
- Il “subbuteo”: esco o non esco? Sembra una rivisitazione in chiave calcistica dell’Amleto da parte di Meret che, davvero inspiegabilmente, nell’occasione del gol sampdoriano decide colpevolmente di rimanere ancorato tra i pali della sua porta. Come un agnello sacrificale il portierone friulano vede la palla entrare nella sua porta e si ripete a inizio ripresa, ma stavolta l’avversario è in fuorigioco. C’è da dire che si riscatta con una bella parata nel finale, ma più passano le giornate più la titolarità nel ruolo sembra allontanarsi.
- Il leader silenzioso: continuo a pensare che il miglior compagno di reparto in difesa per Koulibaly resti Maksimovic, ma in questa stagione Manolas sta facendo a sportellate contro tanti avversari uscendone spesso vincitore. Non bravissimo nella gestione del pallone e nel far ripartire velocemente l’azione, ma nelle gare di sacrificio e sofferenza mister Gattuso sa che può sempre contare sul fortissimo centrale greco che, da vero soldatino, risponde sempre “PRESENTE”.
Articolo a cura di Marco Lepore