Top e flop del Napoli al Maradona: Cresce Zielinski a vista d’occhio, Bakaioko non è il solito

Alla fine passano tutte e due. E il Napoli è primo nel girone. Insomma, quel gol di Willian Josè non rovina i piani degli azzurri, anche se fa venire un certo mal di pancia il modo con cui viene preso il gol. Ma alla fine, conta l’obiettivo: centrato in pieno. Il 4-3-3 della Real Sociedad, che diventa spesso un 4-1-4-1, con Merino che prova a fare il diavolo a quattro manda in affanno la quadratura azzurra soprattutto nel primo tempo, Il Napoli patisce il ritmo e il pressing imposto dai baschi ma ha anche quella maturità per capire che non può durare per tutto il tempo. E prova a prendere alto il Napoli. Che colpisce in maniera intelligente, difendendo in maniera sempre ordinata.  

6,5 OSPINA
Come sempre reattivo, tre interventi nella prima frazione importanti, il più difficile su Willian José. Ha un santo in paradiso che lo protegge, perché vedere sbagliare come ha fatto Portu e poi Willian nella ripresa è roba da accendere un cero per grazia ricevuta. Uno dei più lucidi a gestire il pallone: aspetto che spiega tanto. 

6 DI LORENZO
Il pressing costante dei baschi lo costringe a restare sempre basso e infatti con Portu il duello è solo dalla trequarti. Fa fatica, ma forse decide che non è il caso, a dare un vero apporto in fase offensiva. Attento nelle chiusure, spesso si ritrova a correre a vuoto per il palleggio rapido dei baschi. Ma lo salva l’esperienza. 

5,5 MAKSIMOVIC
Subito sollecitato, perde la bussola al 19’, aprendo le porte del vantaggio della Sociedad con una lettura scellerata che apre il campo a Willian José. Rischia su Barrenetxea in area di rigore nella ripresa, poi per il resto è un continuo respingere i palloni che gli ospiti scaraventavano in area azzurra.

6,5 KOULIBALY
L’avvio di gara è difficile, con la Sociedad che arriva in massa dalle sue parti. Dopo 25 minuti, resta la pioggia ma passa la buriana, con il centrale senegalese che ne esce senza errori e con alcune chiusure importanti. Poi non si lascia intimorire, fa spesso in raddoppio e vista che non è serata da grilli per la testa resta fermo in difesa. 

6 MARIO RUI
Rischia il clamoroso autogol al 12’ con un colpo di testa all’indietro. Pochi istanti prima rischia il rigore per una spinta su Willian José. Solo dopo la mezz’ora riesce a prendere le misure su Januzaj. Poi nella ripresa si prende anche qualche gioia, con un tocco a scavalcare il suo avversario. 

6 FABIAN RUIZ
La sfida con Merino è accesa, si seguono, si puntano, si limitano. Bravo in chiusura anche in area di rigore. Consapevole che deve aiutare in un primo tempo di sofferenza, non fa molto per migliorare il fraseggio azzurro. Va meglio nella ripresa, quando deve solo spezzare le linee alla Real.

5 BAKAYOKO
Guevara va nella sua zona, perde diversi palloni e in avvio non riesce a dare pulizia al suo calcio. Anche qualche contrasto perso di troppo, oltre ad un pallone strozzato in area da buona posizione su azione da palla ferma. Si fa vedere solo in un lancio per Lozano. Per il resto delude e soffre.  

7 ZIELINSKI
È suo il primo gol nello stadio Maradona. Seguito come un’ombra da Zubimendi, la prima iniziativa arriva solo al 17’ che spalanca il campo per creare pericolosità. È una fiammata, un prologo: stupenda la conclusione di esterno collo che cerca il secondo palo e che porta il Napoli in vantaggio. 

6,5 LOZANO
Molto attivo, con il pressing alto della Sociedad che cerca di indirizzare a destra il palleggio del Napoli e costringere a verticalizzazioni forzate e spesso imprecise. Chucky raddoppia gli sforzi ed avrebbe guadagnato anche un rosso a Zubeldia. Campo aperto è complicato fermarlo. 

6 MERTENS
Si vede poco all’inizio, anche perché la palla l’hanno sempre gli altri. Non sempre brillante, non riesce a trovare conclusioni o passaggi filtranti degni di nota. Sbatte su Le Normand spesso e volentieri, migliora e non poco nella seconda parte di frazione, brilla quando fa ripartire Lozano al 15’st

5,5 INSIGNE
Ruba qualche buon pallone, si accentra per esser più nel vivo di un gioco che sulla sinistra non si sviluppa mai. Funziona la guardia di Zaldua su di lui, poco incisivo nei primi 45 minuti. Nel 4-5-1 finale copre e si sacrifica molto più del solito dimostrando che se c’è da lottare lui il suo apporto lo dà, anche nelle notti in cui non illumina.

6,5 DEMME
Entra al’ 25’ al posto di un Bakayoko spento. Lui ci mette grinta, entra più volte in scivolata, non si fa intimidire dalla giovinezza dei canterani baschi. Era forse l’uomo giusto per dare maggiore solidità alla linea azzurra, visto la gara di attesa che aveva in mente Gattuso. Ma Diego è in forma.

6 POLITANO
Ha bisogno di una maggiore fisicità là nel mezzo e lui ci mette del suo. Certo, davvero non c’è ormai quasi possesso quando entra lui, è una gara di attesa dove unica cosa che conta è non fare straripare gli avversari che inseguono il pari della qualificazione. L’atteggiamento è quello di chi deve dare la mano con umiltà. 

6 PETAGNA
Serve la sua corsa, per ostacolare il palleggio nella zona di partenza e si danna l’anima per mettersi al servizio dei compagni. Gli sfugge via il tempo del tiro quando ha l’unica occasione nel finale per chiudere la partita, ma alla fine mostra ancora una volta di essere in grado di dare un buon supporto ogni volta. 

5,5 GHOULAM
Pochi minuti per lui, con compiti precisi e chiari: serve la sua struttura e i suoi centimetri per le mischie che si annunciano nel finale. E in una di queste arriva il gol del pareggio dei baschi, che non conta nulla in ottica di qualificazione ma in ogni caso è una disattenzione non di poco conto. 

sv ELMAS
Va spesso in pressing sul primo portatore di palla, sale per tenere lontana la palla quando quelli della Real la palleggiano. Prende, di fatto, il posto di Zielinski, tenendo le distanze corte da Petagna e provando in questa fase di non possesso a schermare il palleggio degli avversari.  

6,5 GATTUSO

Chiede e ottiene sacrificio anche ai suoi attaccanti e nonostante la virata il 4-2-3-1 per lunghi tratti si rivede il vecchio Napoli che stringe i denti e prova a ripartire. Gara saggia, per certi versi, con buon atteggiamento, giocata con prudenza, senza sbilanciarsi in maniera eccessiva. Voleva una squadra che sapesse soffrire e l’ha trovata. Il gol del finale è un campanello d’allarme ma con la qualificazione già in tasca.

Fonte: Il Mattino

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