Maradona – Il testamento del Pibe de Oro diventa un caso

IL TESTAMENTO CAMBIATO

È un putiferio. L’avvocato di Rocio Oliva si affretta a dire che «la villa dove vive l’ex compagna non può entrare nell’eredità perché è stata una donazione in vita». Ma emerge dell’altro: nel 2012 Maradona, per tutelare il più possibile il suo patrimonio, decise di emettere un testamento in cui dichiarava eredi solo le figlie avute con Claudia Villafane (Dalma e Giannina), stanziando la percentuale massima legalmente consentita, al di sopra degli altri figli che il Pibe aveva avuto da relazioni extraconiugali (compreso il napoletano Diego junior).

Ma poiché l’evoluzione degli amori e degli odi era una costante nella vita di Maradona, nel 2016 si è stufato sia di Dalma che di Gianinna che sostenevano Claudia, sua madre, con cui Diego era finito al centro di una feroce controversia legale dopo che Maradona aveva accusato l’ex moglie di aver trattenuto 458 oggetti personali (magliette, palloni, stivali, trofei). Maradona, secondo i media argentini, contrariato anche per altri atteggiamenti di Claudia, decise di chiedere l‘annullamento del testamento del 2012 che, secondo le sue stesse parole, avrebbe firmato contro la sua volontà.

Diego lavorava come tecnico a Dubai, redasse il documento in arabo, lo inviò all’ambasciata argentina negli Emirati Arabi Uniti e successivamente arrivò al Ministero degli Affari Esteri con il titolo: «Notifica di annullamento del testamento da utilizzare nella Repubblica Argentina». La decisione di Diego Maradona, di fatto, portò tutti i suoi figli (ora sono in corso altre richieste di riconoscimento di paternità) su un piano di parità davanti alla legge per quanto riguarda la successione. Fonte: Il Mattino

 

 

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