Ansia Juve!!! – Giuseppe Chinè, il procuratore federale della Federcalcio, ci riproverà. Sperando, questa volta, di trovare gli argomenti giusti per ricevere gli atti dell’inchiesta. Almeno quelli che hanno portato all’avviso di garanzia al capo dell’area tecnica della Juventus, Fabio Paratici. Perché la procura federale della Figc ha già inutilmente tentato a settembre di capire qualcosa nella vicenda di Perugia che tira in ballo il club bianconero. Ma inutilmente. E dopo il no, è rimasta ferma. Il fascicolo aperto (si fa per dire, perché poco si è mosso nel procedimento sportivo da settembre a oggi) è rimasto vuoto (a parte i ritagli dei quotidiani) perché la Procura di Perugia non ha trasmesso nulla di quanto richiesto. Motivo per cui Chinè alla fine non ha mosso un dito. Poteva comunque promuovere una istruttoria ma ha deciso di restare fermo sulla vicenda dell’esame di Suarez dopo che Raffaele Cantone aveva opposto il segreto istruttorio agli inquirenti del calcio italiano. Molti atti, fece spiegare, erano ancora secretati e l’inchiesta era ancora in corso. Tradotto: gli investigatori calcistici potevano tranquillamente attendere. E infatti molto stava bollendo in pentola, visto gli sviluppi di queste ore. E già troppo fughe di notizie vi erano state in quei giorni. Ora è probabile che alla richiesta di Chinè di trasmissione degli atti non venga più opposto il segreto istruttorio in maniera tale che anche in Procura federale si possa cominciare a capire la posizione della Juventus e iniziare anche le audizioni. Di sicuro verranno girati gli atti che hanno portato all’avviso di garanzia di Paratici che, di fatto, sono stati notificati anche allo stesso indagato.
L’ISTRUTTORIA
L’ipotesi grave è quella della violazione dei doveri di lealtà. La sanzione va dalla retrocessione alla sanzione pecuniaria. Al di là dei provvedimenti presi dalla Procura di Perugia per l’esame farsa di Suarez nei confronti di vertici e docenti dell’Università per Stranieri, è ancora davvero troppo presto per fare qualsiasi valutazione definitiva sulla posizione di Paratici e della Juventus anche perché, al momento, Paratici è indagato esclusivamente per l’articolo 371 bis del codice penale, ovvero per aver reso false informazioni al pubblico ministero in sede di interrogatorio. Ovvio, c’è il pericolo per la società bianconera che un coinvolgimento diretto di un suo tesserato nella vicenda penale possa avere ripercussioni anche sul versante sportivo. Il club juventino ribadisce «con forza la correttezza dell’operato» del suo dirigente e «confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli». Il rischio che corre la Juve varia, dall’ammenda alla squalifica del tesserato, fino all’ipotesi (in realtà assai remota alla luce di quello che emerge oggi) della retrocessione d’ufficio.
IL RUOLO DELLA JUVENTUS
Tra gli indagati della procura di Perugia ci sono anche alcuni avvocati storici del club: Luigi Chiappero, sentito dai pm umbri lo scorso 25 settembre insieme alla collega Maria Turco. Ma nessuno dei legali è tesserato per la Juventus. Quindi nell’inchiesta sportiva difficilmente entreranno. E neppure è sanzionabile per la giustizia sportiva Luis Alberto Suarez che alla fine non è mai stato tesserato per la Juventus e che è rimasto a giocare in Spagna. Fosse stato tesserato ovvio che la Juventus avrebbe rischiato un coinvolgimento per responsabilità oggettiva. Come avvenne all’Inter per il caso Recoba per i passaporti falsi nel 2000. L’inchiesta della Procura Figc segue binari diversi dalle eventuali responsabilità penali e civili. Di sicuro, alla luce dell’avviso di garanzia nei confronti di un tesserato, Chinè e i suoi sostituti dovranno occuparsi della vicenda. E aprire un’istruttoria in tempi rapidi, senza tentennamenti ulteriori. Senza attendere i tempi della giustizia ordinaria.
Pino Taormina (Il Mattino)