Indagini e perizie post mortem: la preoccupazione di Dalma

Attorno alla morte di Maradona il mistero si fa sempre più fitto e cominciano le indagini. La magistratura argentina, per capire se l’ex fuoriclasse sia stato assistito in maniera adeguata dopo l’operazione per ematoma subdurale, ha messo sotto sequestro i dialoghi su una chat di Whatsapp di cui facevano parte le figlie di Maradona, Dalma e Gianinna, il figlio italiano Diego Junior e due degli specialisti che seguivano l’ex fuoriclasse, la psichiatra Agustina Cosachov e lo psicologo Carlos Diaz. L’intento degli inquirenti è quello di acquisire la documentazione relativa ai farmaci prescritti a Diego. Il legale ha detto che la sua cliente si sente «tranquilla» riguardo alle «decisioni mediche che ha preso» sul trattamento di Maradona. Dalle chat sequestrate dalla magistratura emerge tutta la preoccupazione della figlia Dalma per le condizioni in cui versava il papà, operato da poco per un ematoma al cervello: «Sono appena stata contattata da una persona che si occupa dei ricoveri domiciliari e mi ha detto che papà ha vomitato, non vuole che un’ambulanza vada a controllarlo. Mi ha detto che ha parlato con Agustina Cosachov e che lei gli ha detto che era una decisione della famiglia! Credo che ci siano cose che i familiari non debbano decidere. Servirebbe un medico che risponda per lui». Oggi inizieranno le perizie. Si analizzeranno il sangue, le urine e i tamponi nasali prelevati durante l’autopsia, insieme al cuore completo di Diego Armando Maradona, il cui peso era il doppio di quello normale. Soffriva di «cardiomiopatia dilatativa».

Il Mattino

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