Il cardiologo dott. Tuccillo: “A Maradona bisognava impiantare un defibrillatore”

Cardiopatia dilatativa e un cuore dal peso di 500 grammi, ecco gli ultimi dati emersi sul cadavere di Diego Armando Maradona. È stato questo a condannarlo alla morte? Lo chiediamo al professore Bernardino Tuccillo, primario di cardiologia dell’Ospedale del Mare di Napoli.
Partiamo dalla diagnosi: cardiopatia dilatativa, di cosa si tratta?
«È una sindrome caratterizzata dalla dilatazione del cuore e in particolare del ventricolo sinistro».
In che modo si può manifestare?
«Clinicamente si manifesta con i sintomi dello scompenso cardiaco ed è frequentemente associata a complicanze di tipo aritimico».
Quali possono essere le cause?
«Può certamente essere anche espressione del danno dovuto all’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti».
E in che modo si diagnostica questo tipo di patologia?
«Basta un banale ecocardiogramma per fare la diagnosi e confermarla». 
Le cure più indicate?
«I pazienti che hanno una cardiopatia dilatativa con una riduzione contrattile del cuore sotto il 35% hanno indicazione all’impianto del defibrillatore. Questo viene consigliato proprio perché il paziente ha un elevato rischio di morte improvvisa su base aritmica».
Altrimenti come si può intervenire?
«Se il paziente ha una crisi di insufficienza cardiaca è possibile intervenire farmacologicamente per cercare di fare rientrare i sintomi dello scompenso a meno che non si arrivi a uno stato terminale. In quel caso l’unica terapia è l’impianto di sistemi di assistenza meccanica o il trapianto cardiaco. Se poi la complicazione clinica è la fibrillazione ventricolare, solo un tempestivo intervento con defibrillatore può essere risolutivo».
Si è parlato anche del cuore di Maradona che avrebbe raggiunto il peso di 500 grammi: come si arriva a dimensioni tali?
«Un cuore in media pesa 300 grammi. Il sovrappeso è dovuto all’ipertrofia del muscolo cardiaco e una evoluzione di tipo dilatativa».  Fonte: Il Mattino

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