Il maestro Carratelli, la sua bellissima ed autorevole penna. E’ bello piangere per Diego, è bello chiagnere. Napoli lo fa. Per te e per il tuo sorriso, Diego.
Passano i giorni e più forte si fa questo sentimento di esserci appartenuti in questa avventura e felicità uniche che sono stati i tuoi sette anni napoletani.
Come’è bello piangere ricordando gli anni felici, ricordando Napoli quando c’eri tu, i nostri affanni che si sciolsero al tuo semplice contatto, solo conoscendoti, vedendoti, inseguendoti, stringendoti la mano, abbracciandoti un po’.
Se c’è un buon Dio, allora è stato proprio buono a tracciare la stella cometa che ti portò a Napoli. Se c’è un buon Dio, allora è stato proprio buono a ricompensare Napoli per tutte le sue infelicità, sofferenze e umiliazioni regalandole il piccolo, grande re magio che sei stato.
Poteva un Dio, se c’è un Dio, soffiare sulla creta e creare un Adamo migliore? L’Adamo più completo: non perfetto, ma imperfetto come deve essere un Uomo, un uomo vero che è sempre un impasto di felicità e dolore, perché questa è la vita, la vita vera, la vita piena. Non un santo o un demone, ma tutte e due le cose insieme.
Se c’è un Dio, solo un Dio vero, un vero Dio può averti creato così come sei stato, Diego carissimo, un impasto che è l’impasto dell’umanità intera, quella che gioisce e che soffre, quella che cade e risorge, quella che piange e ride. Un impasto così napoletano, di questa città felice-infelice, forse la migliore e più completa invenzione di un Dio, se c’è un Dio.
L’Uomo che cade e Dio che piange. Che cosa si può immaginare di più grande?
Tu, Dieguito dei nostri cuori, sei stato questo. La creatura che il Barba, come lo chiamavi tu, deve avere amato più di tutti.
Vedo gli All Blacks che di fronte alla nazionale argentina di rugby depongono sul prato una maglia col numero 10 e il nome di Maradona. Gli All Blacks! I guerrieri della Nuova Zelanda che, si presume, sappiano poco di calcio. Ma hai coinvolto anche loro in un mondo d’amore, questo incantesimo che hai saputo creare ora che non ci sei più, perché in vita quanti soprusi, umiliazioni, vendette e persecuzioni hai dovuto subire.
Com’è bello piangere, Diego, mentre tu piangi allo Stadio Olimpico di Roma per quell’ignobile furto della finale mondiale del1990. Com’è bello piangere per quella tua figura trasfigurata dalla dura lotta contro la droga, sulla faccia gonfia c’è però ancora una traccia, un accenno, uno spiraglio del tuo sorriso unico.
Com’è bello piangere per il tuo sorriso, Diego“.
Mimmo Carratelli CdS