Gli spettava di diritto un gol nel ricordo di Diego. Insigne l’ha voluto anche imitare, non solo omaggiare, e poi s’è commosso, ha esposto fiero la sua maglia, l’ha baciata rivolgendosi al cielo, sono stati attimi intensi che resteranno: «Il nostro idolo non c’è più e stiamo male. Abbiamo vinto anche per lui, questa vittoria è sua». Gattuso, pensando a Diego, si comporta da leader: «Maradona è una leggenda, ma bisogna avere buon senso: in questi giorni ho visto troppa gente senza mascherina e questo non va bene. Nel poker alla Roma c’è tanto calcio e altrettanta vita, il Napoli ha giocato in dodici, Diego s’è fatto piccolo e la Roma non se n’è accorta, ma lui c’era in ogni azione e, forse, anche nel destro di Insigne, quando è cominciata la goleada: «Volevamo fare bene per Diego, tutta la città sta soffrendo, tutti noi stiamo male. Diego era il nostro idolo. Volevamo dedicargli una bella vittoria con una prestazione all’altezza e sono felice perché ci siamo riusciti». Il Napoli poteva vincerla, ha scelto di dominarla: «Abbiamo affrontato la gara nel migliore dei modi – ha proseguito Insigne – e l’abbiamo vinta perché studiata e preparata bene in settimana. La nostra squadra ha tanta qualità, a volte facciamo degli errori e non ci siamo con la testa. Dobbiamo migliorare». Tre punti, preziosi, per non porsi limiti, puntando alla Champions e pensando, perché no, anche ad altro, pur senza nominarlo: «Questa partita deve essere un punto di partenza. Se giochiamo così bene, possiamo battere qualsiasi avversario».
Tarantino (Cds)