Al terzo giorno Diego Maradona non ha compiuto il miracolo e non è resuscitato. Il suo staff, che aveva guidato il Gimnasia y La Plata in assenza del Pibe, si è dimesso in blocco. Sebastian Mendez era diventato l’allenatore dopo il primo malore del Diez, a cui era seguito il ricovero in clinica, l’intervento alla testa, il trasferimento a casa fino a mercoledì, quando intorno a mezzogiorno El Pibe è stato trovato senza vita. L’autopsia ha già stabilito che è stato fatale un infarto cardiaco acuto associato a edema polmonare. L’analisi di urine e sangue comporterà più tempo. Dai test di laboratorio i magistrati vogliono accertare se Diego aveva preso psicofarmaci e alcol nelle ore che hanno preceduto l’ultima crisi. Maradona, come sta emergendo, è rimasto l’intera mattinata senza che nessuno, tra medici, assistenti e infermieri, controllasse il suo stato di salute. Resta un vuoto popolare e una squadra senza più guida. L’immagine dell’intera rosa del Gimnasia davanti alla bara, nel Salon de los Patriotas Latinoamericanos, ha fatto il giro del mondo. Era stato il presidente, Gabriel Pellegrino, nel 2019 a convincere El Diez a diventare l’allenatore. Il 30 ottobre, giorno in cui Maradona aveva compiuto 60 anni, il Gimnasia aveva battuto 3-0 il Patronato, nella coppa di lega argentina. In onore di Diego avevano organizzato uno spettacolo di fuochi d’artificio. El Diez era parso affaticato. Aveva lasciato il campo con passo stanco.
Finiti i tre giorni di lutto nazionale, le polemiche non finiscono. Il governo argentino ha parlato, per la prima volta, di «errori organizzativi e nella sicurezza», scaricando le responsabilità sulla ministra della Sicurezza, Sabina Frederic. La violazione del palazzo più importante d’Argentina resterà una ferita. «Il ministero – ha ammesso un portavoce – non ha risposto in modo pronto mentre gli animi della gente in attesa si stavano surriscaldando». La ministra si è difesa sostenendo che una maggiore presenza della polizia, in un contesto che prevedeva l’arrivo di ultrà di tutte le squadre argentine, avrebbe potuto creare tensioni. «E’ andata bene – ha commentato – poteva essere una strage». Il problema è che il piano ha retto fino al pomeriggio. Quando l’onda umana ha raggiunto la Casa Rosada dove era stata allestita la camera ardente, il sistema di sicurezza è franato. E Maradona sarà davvero senza pace: un presunto figlio avuto da una modella ha chiesto di riesumare il cadavere per il test del dna. M Basile (CdS)