Zico: «Umile eroe era sempre a disposizione di tutti»

Esemplari unici, irripetibili, di un’epoca straordinaria del nostro calcio che si permetteva il lusso della bellezza. Erano le stagioni deliranti di Maradona, Falcao, Platini, Junior, Rumenigge, in quei primi anni Ottanta. E c’era anche un altro straordinario numero 10, il marchio dei sublimi, l’indimenticabile O Galinho, Arthur Antunes Coimbra per l’anagrafe e Zico per il mondo intero. Che oggi è commosso nel ricordo del rivale di ben tre campionati del Mondo, quello del 1978, del 1982 e del 1986. Zico e Maradona simboli di Udinese e Napoli in Italia. E sotto gli occhi di Zico, al Friuli, andò in scena la prova generale della mano de Dios perché Diego segnò al povero Brini proprio di pugno. Come avrebbe fatto l’anno dopo, in Messico a Shilton. «È senza dubbio un giorno molto triste per il calcio mondiale, perché io amo il calcio del bel gioco. Ci ha lasciato un amico. Diego Maradona è stato una persona stupenda sia in campo che fuori e con lui ho avuto sempre un ottimo rapporto»


L’AFFETTO

Zico è in Brasile e non si stupisce per l’incredibile dimostrazione d’amore in tutto il mondo per Maradona. Dice: «Lui è stato il più grande della mia generazione, deliziandomi delle sue giocate fantastiche, in Argentina, in Italia ed ovunque abbia giocato». I duelli tra i due sono stati numerosi, d’altronde Zico è sul podio brasiliano dei numero 10, con Pelé. Erano le stelle del Mondiale di Spagna, si sfidarono al Sarrià di Madrid e vinse il Brasile. Che poi sarebbe stato eliminato pochi giorni dopo dalla tripletta di Pablito Rossi. «Maradona è stata una persona molto generosa, una persona fantastica che ogni volta che l’ho invitato al mio jogo das estrellas ed anche alla partita del mio ritorno al Flamengo dopo l’esperienza in Italia, lui ha sempre accettato l’invito fatto da me e dai miei figli. Non ha mai fatto problemi, era sempre pronto in prima fila se c’era da dare una mano. Sono momenti che la gente non dimenticherà mai». 


L’INCHINO

Le rivalità del calcio sudamericano vanno oltre questi momenti di incredibile tristezza. Zico ha condiviso gli anni del Pibe de Oro e ha contribuito a fare della seria A il campionato più bello del mondo. A Udine è amato esattamente come Maradona è amato a Napoli. «Nella sua vita ha passato anche per momenti meno felici fuori dal campo di gioco, ma le persone mi chiedevano sempre sue notizie sulla sua vita», dice ancora Zico non nascondendo un legame che ha continuato a resistere anche nel corso degli anni. «Specialmente nell’ultima settimana, dopo essere uscito dall’ospedale dopo l’operazione alla testa abbiamo cercato di avere informazioni sul suo stato di salute. Tramite tutti i nostri canali, gli abbiamo mandato molti messaggi». Il ritorno a casa aveva illuso anche Zico che Maradona fosse riuscito a superare anche questa ennesima crisi. Ma non è andata così. «È una perdita molto grande per me, sopratutto una perdita grande per tutto il mondo del calcio. Non possiamo che essere tristi, non possono essere questi che giorni di lutto per tutti. Un forte abbraccio e la vicinanza mia e della mia famiglia ai sui figli ed alla compagna», conclude Zico sinceramente colpito. D’altronde va via anche per lui un pezzo importante della propria giovinezza.  P. Taormina (Il Mattino)

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