Vincenzo Pisacane a Il Sogno Nel Cuore su Radio CRC parla di Maradona e di ricordi del campione argentino scomparso mercoledì pomeriggio all’età di 60 anni:
“Ho talmente tanti ricordi di Diego che mi verrebbe solo da sorridere, ma la notizia è troppo brutta: è come perdere una persona di famiglia – dice Pisacane, procuratore di Lorenzo Insigne, a Il Sogno Nel Cuore – . A casa mi dicono che la sto prendendo troppo male. Non me ne vergogno. Ho versato migliaia di lacrime. Qualcuno ha detto ‘Napoli è stata riconosciuta come tale solo grazie a Maradona’, ed è vero. Parliamoci chiaro: qui non abbiamo mai avuto nulla, se non la bellezza della città, per cui essere i migliori. Grazie a Maradona tutto il mondo ha conosciuto la nostra città. Dovremmo essere tutti grati a lui. Abbiamo perso un Dio, nonostante ciò era il più umano di tutti. Avrei una infinità di aneddoti da raccontare – continua Pisacane ai microfoni de Il Sogno Nel Cuore – , ma non mi sento all’altezza. Vi racconto solo che quando ero piccino, Diego veniva a trovare Josè Alberti che abitava nel mio stesso parco: ogni volta che veniva, si metteva a giocare a calcio con noi, come se fosse un bambino. Non esistono campioni del genere, oggi, che si spogliano e si mettono a giocare per strada con i bambini. Solo lui poteva fare una cosa del genere. Suo fratello Ugo, durante una di queste partitelle improvvisate, ruppe le costole a mio papà. Diego venne un sacco di volte a trovare mio padre a casa per vedere come stesse. La sua umiltà è stata la sua forza. La cosa che più mi dispiace sono stati i commenti negativi per gli errori che ha fatto nel passato: queste persone hanno detto solo una marea di cazzate, perché non hanno rispettato il dolore per la morte di Diego. Il primo ricordo? Mio padre voleva portarmi al San Paolo alla presentazione, il biglietto costava mille lire, ma mia madre si oppose dicendo che ci sarebbe stata troppa gente. Così papà mi fece sedere accanto a lui e ci mettemmo a guardare la presentazione di Dio su un canale privato. Il mio ricordo è labile perché ero piccino, ma ricordo benissimo la gioia di mio padre per l’arrivo di questo grande campione. Nei giorni precedenti in casa mia non si parlava di altro. Nessuno credeva sarebbe arrivato, perché a quei tempi il Napoli era come il Chievo di oggi, con tutto il rispetto. Alla fine è arrivato. Qualcuno dice che Diego non morirà mai, ed è esattamente così: è morto il corpo, ma Maradona non morirà mai, è eterno. Si continuerà a parlare di lui per anni ed anni, nessuno potrà mai dimenticarlo. Diego vive!”.
La Redazione