A Radio Marte è intervenuto Giuseppe Falcao, figlio di Paulo Roberto Falcao.
“Maradona nei racconti di papà? Parliamo di altre epoche, di un calcio diverso, elegante, puro, vero, rispetto a quello di oggi che è più business. All’epoca vedevi questi personaggi che danzavano sul pallone ed erano persone vere fuori dal campo. Oggi c’è tanta falsità, i calciatori sono un po’ tutti uguali. Alcuni giocatori li piangiamo comunque per questo. Per chi ama il calcio parlare di Maradona, Falcao o Platini rappresenta epoche che mancano. Per fortuna ci sono le immagini, che restano immortali.
Serie A performante? Assolutamente no, ora c’è tanta banalità intorno al calcio. Anche le dichiarazioni fatte da alcuni personaggi su Maradona. C’è questa volontà di parlare troppo…bisogna solo esaltare Maradona, ormai il calcio è diventata una cosa sporca. Ormai fa più notizia parlare contro che parlare bene, fa più ascolti. Oggi la normalità è vista come una cosa negativa. Diego Jr.? Non credo ci siano tante parole da dire, lui sa che io ci sono. Chi ha avuto lutti sa che i primi giorni sono quelli di bombardamento, poi si resta solo con il proprio dolore. Lì servono gli amici e le persone che ti vogliono bene. All’inizio c’è la confusione mentale, poi il dolore viene dopo. Sono contento che lui abbia fatto pace con il papà e che se lo sia goduto. Mi spiace lo abbia perso così presto ma purtroppo questa è la vita, dobbiamo farci forza.
Fine alla guerra tra alcuni tifosi del Napoli e della Roma? Non si parla di tifosi, si parla di un’altra categoria. Quando venni a Napoli ero un po’ timoroso, poi però la gente mi abbracciava. Il calcio è bello, c’è rivalita nei 90′ ma poi finisce lì. Il calcio andrebbe riportato a una cosa normale, un divertimento, al piacere di vedere cose belle. Da tifoso della Roma, giocare a porte chiuse mi avvantaggia però al tempo stesso mi dispiace, sarebbe stato bello vivere l’atmosfera del San Paolo in questo caso.
Mio padre segnò l’ultimo gol con la Roma al San Paolo di Napoli, poi ci fu l’abbraccio con Maradona. Ci sono molto similitudini tra la sua carriera e quella di mio padre, così come tra Roma e Napoli”.