Ringhio Gattuso non ci sta, la sconfitta con il Milan non gli è andata giù. Ha rimproverato i suoi subito. E ieri li ha rimessi in riga. È tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno ha replicato.No, non gli è passata. Il suo orgoglio ne è uscito ferito. E la strigliata di domenica era solo la prima parte. Perché Gattuso non aveva finito con la sua ramanzina. E ieri mattina ha rimesso in riga ancora una volta i suoi professori. Ed è tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno replica, nella grande stanza che prima ospitava le conferenze stampa. Ascolta, come ha fatto la sera prima. Gattuso torna a essere Ringhio, è in tuta, pronto per l’allenamento. Parte a razzo. Alle spalle ci sono già i video preparati nella notte dal vice Riccio e dal resto dello staff. Affonda ancora il colpo e spiega che in molti sono tornati come senza energie dalla sosta per le nazionali. Non usa i toni bruschi della sera prima, ma in ogni caso le parole sono severe e fanno male. Il gruppo è in silenzio, ascolta e in molti fanno sì con il capo. Era già successo dopo il Rijeka questo richiamo all’ordine, poi la reazione con il Bologna. Gattuso sa che le frustate serviranno a rialzare la testa. P. Taormina (Il Mattino)
Gattuso ringhia: «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra muta non ha replicato
Ringhio Gattuso non ci sta, la sconfitta con il Milan non gli è andata giù. Ha rimproverato i suoi subito. E ieri li ha rimessi in riga. È tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno ha replicato.No, non gli è passata. Il suo orgoglio ne è uscito ferito. E la strigliata di domenica era solo la prima parte. Perché Gattuso non aveva finito con la sua ramanzina. E ieri mattina ha rimesso in riga ancora una volta i suoi professori. Ed è tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno replica, nella grande stanza che prima ospitava le conferenze stampa. Ascolta, come ha fatto la sera prima. Gattuso torna a essere Ringhio, è in tuta, pronto per l’allenamento. Parte a razzo. Alle spalle ci sono già i video preparati nella notte dal vice Riccio e dal resto dello staff. Affonda ancora il colpo e spiega che in molti sono tornati come senza energie dalla sosta per le nazionali. Non usa i toni bruschi della sera prima, ma in ogni caso le parole sono severe e fanno male. Il gruppo è in silenzio, ascolta e in molti fanno sì con il capo. Era già successo dopo il Rijeka questo richiamo all’ordine, poi la reazione con il Bologna. Gattuso sa che le frustate serviranno a rialzare la testa. P. Taormina (Il Mattino)