A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-Milan

Approfondimento su Napoli-Milan

Napoli-Milan: si è tornati a giocare in campionato, dopo la parentesi della sosta per le Nazionali che ha provocato diversi danni ai club.

Napoli-Milan non è mai stata e mai potrà essere una partita banale, per la storia e la tradizione dei due club che li ha portati a essere nella seconda metà degli anni 80′ antagonisti nella lotta per lo scudetto. Quella del San Paolo ieri sera rappresentava anche una sorta di prova della verità per le ambizioni attuali dei due club, partiti meglio di tutti (al netto di penalizzazioni) in questa prima parte di stagione. Ecco i principali spunti del match:

  • L’amarcord: è vero che Napoli-Milan era un classico degli anni 80′ e mister Gattuso ha voluto celebrare il momento con i primi venti minuti da calcio di quell’epoca. Ritmi da dopolavoro ferroviario e almeno sette lanci lunghi di Manolas stile Renica (ma senza precisione) hanno dato coraggio agli avversari, poi passati in vantaggio. E’ servito uno schiaffo per iniziare a giocare.

 

  • Il ragazzo della Curva B: francamente il sottoscritto è piuttosto stufo di assistere, in ogni gara in cui è in campo, al classico tiro dai trenta metri di Mario Rui spedito in curva. Questo ragazzo, che dà sicuramente l’anima quando gioca, ha dei palesi limiti caratteriali (si veda ammonizione ricevuta) e non è un caso che ieri sera si sia sentita tantissimo l’assenza di Hysaj.

 

  • La miopia azzurra: nel primo tempo ho contato almeno 5 conclusioni di Mertens, Lozano e Politano che al limite o da dentro l’area hanno sparacchiato fuori, ma davvero l’occasione di Di Lorenzo ha del clamoroso. Un rigore in movimento a porta vuota  con la palla che finisce sulla traversa che ha fatto imprecare anche il più pacato tra i tifosi azzurri.

 

  • Il 2 contro due senza storia: il Milan ha un debito con la fortuna che prima o poi pagherà anche a caro prezzo ma, detto questo, a centrocampo Bennacer-Kessie hanno distrutto i dirimpettai Ruiz-Bakayoko. Troppo compassati e senza ritmo gli azzurri che hanno sbagliato troppo in impostazione e non hanno coperto mai, lasciando delle praterie agli avversari che hanno saputo fare male scientificamente.

 

  • C’era una volta un duello: Sono passati dodici mesi quando Meret e Donnarumma si giocavano il ruolo di portiere della Nazionale del futuro (e del presente). Oggi purtroppo la sfida non ha storia col rossonero perno della sua difesa e con Meret che ieri ha fatto rimpiangere davvero Ospina. Mai una parata decisiva dell’azzurro (che poteva ben poco sui gol ma chiedere a Gigio per i miracoli), ma soprattutto col Milan che pressava alto sono mancati i piedi del colombiano.

 

  • La “prescrizione dell’Organizzazione Sanitaria Mondiale”: Gattuso ha un bel progetto ovvero far assimilare il 4-2-3-1, ma non è un obbligo del DPCM giocarci anche quando ti mancano gli uomini. Facile criticare dopo, ma i miei dubbi erano sorti prima dell’inizio del match. Perchè inventare Politano o Lozano trequartista se non hanno quelle caratteristiche? E se hai bisogno di ribaltarla in corsa puoi pensare che sia Petagna (onesto rincalzo che va innescato) l’unica risorsa da pescare dalla panchina? Insomma al buon Rino chiediamo di continuare a dimostrarsi duttile e di non cadere nell’errore compiuto già da un suo illustre predecessore, ovvero Maurizio Sarri.

Articolo a cura di Marco Lepore

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