L’Italia si accorge di nuovo di lui nella notte più buia, quella delle tante rinunce, compreso il ct Mancini che salterà anche la trasferta in Bosnia perché ancora positivo. Si è messo sulle spalle la Nazionale e ha disegnato un calcio nuovo e pulito, con gesti di nitida bellezza, incantando con il suo talento cristallino. Come se ogni volta, anche se ha 29 anni, dovesse sempre dimostrare che in serie A in pochi hanno i suoi piedi. Che assurdità. Con la Polonia ha dimostrato di essere un fuoriclasse con gli occhi dietro la nuca, con il radar sotto la maglietta. È arrivato il momento giusto, anche con l’Italia, a pochi mesi da Euro2020 per dimostrare che nessuno ha più classe di lui. Scommettiamo che ci riesce questa volta? Perché domani c’è la Bosnia ma poi riparte la cura di Gattuso. E non ha ragione De Laurentiis quando dice che delle nazionali non importa a nessuno. Non c’è calciatore al mondo che vi rinuncerebbe. Basta vedere la gioia di Mertens che a 33 anni saltava di gioia come un bambino dopo la perla su punizione con cui ha mandato al tappeto l’Inghilterra. Lorenzo ne ha passate tante per questa maglia: la delusione del 2014 in Brasile, l’esclusione choc con la Svezia. Ma la voglia di essere ancora protagonista, come a Euro2016 con Conte ct, è tutta in quel modo con cui zittisce Lewandowski. «Dobbiamo continuare su questa strada, è quella giusta. Se vinciamo, sono contento anche quando non faccio gol. Questa Nazionale può togliere grandi soddisfazioni», ha spiegato Insigne a poche ore dal match con la Bosnia che può dare il pass per la final four di Nations League e che garantisce un ruolo da testa di serie nel sorteggio per i Mondiali in Qatar. Domani dipenderà da Florenzi se sarà capitano oppure no. La fascia va, in assenza di Bonucci, a colui che ha più presenze in azzurro. Lui ha 37 gare con l’Italia cucite addosso. A quota 49 c’è il primatista “napoletano”, ovvero colui che con la maglia del Napoli ha avuto più presenze con l’Italia. È Nando De Napoli. P. Taormina (Il Mattino)