Corre come pochi, ha una tecnica eccellente e dirige – quando è in giornata – l’orchestra con la massima naturalezza. È un po’ ballerino un po’ torero. Ed è normale che ancora adesso i Real, Barcellona e Atletico Madrid, dopo averlo visto titolare in Nations League contro la Svizzera si interrogano: «Come abbiamo fatto a farcelo soffiare?». È stata una intuizione di Giuntoli che già a gennaio del 2018, con Sarri in panchina, aveva provato a strapparlo al Betis. Poi arrivò Ancelotti che non ebbe nulla da dire sull’operazione che era già stata avviata qualche mese prima. Ora lo vogliono tutti in quella Liga da cui è andato via per fare il grande salto. «Segnerà un’era» ripete Alvaro Torres, il suo agente. Senza Covid, in questa estate dove nessuno ha fatto follie (e chissà se ci saranno le condizioni per farle), le richieste per il talento sono state più che altro dei sondaggi. E le risposte del Napoli hanno messo tutti in fuga. Un modo per dire: è incedibile. Gattuso lo ha sempre considerato un intoccabile, anche perché sa bene che sia nel 4-2-3-1 che nel 4-3-3 c’è posto per l’andaluso. C’è quasi un posto fisso. Ed è questa la stagione giusta per provare anche a iniziare a gettare le basi per il rinnovo: scadenza ancora lontana, nel giugno del 2023, con un valore di almeno 50 milioni di euro (difficile, di questi tempi di crisi, poter fare delle valutazioni precise) e la volontà di blindarlo. Almeno altri due anni di contratto e ritocco dell’ingaggio. Ma al momento non ha fissato appuntamenti. P. Taormina (Il Mattino)