La fenomenologia di Mertens è racchiusa, semplicemente e persino semplicisticamente, nei numeri, che sono incontestabili: quell’omino che tagliando da sinistra verso destra è stato capace di segnare (al massimo) dodici reti all’anno, diventa un gigante e ne mette assieme ventisette in altrettante partite da centravanti, che diventano trentaquattro in quella stagione cominciata in un modo e finita in altro, scoprendo che da Ciro I a Ciro II è un attimo, il tempo d’un bacio sulla guancia degli dei del calcio.