Il procuratore federale Giuseppe Chiné è pronto a firmare la comunicazione di chiusura indagine relativa al fascicolo aperto il 6 ottobre, quando gli 007 della Figc andarono a Castel Volturno ad acquisire l’intera documentazione relativa alle comunicazioni tra il Napoli e le Asl. Il deferimento non è scontato e non è immediato anche se è probabile che possa arrivare. In ogni caso, ottenuta la notizia della chiusura delle indagini sulla presunta violazione del protocollo, il Napoli può decidere di essere ascoltato dalla Procura. E alla fine le soluzioni della Procura (tra i procuratori aggiunti c’è il napoletano Marco Di Lello) possono essere tre: archiviazione, deferimento o patteggiamento con pagamento di una sanzione ridotta del 50 per cento. Anche il caso Fienga (la Roma non rispettò il distanziamento in panchina durante la gara del San Paolo) si è conclusa con una ammenda. D’altronde – e deve essere chiaro – l’inchiesta federale deve soltanto stabilire se la bolla dopo la positività di Zielinski è stata fatta secondo protocollo anti-Covid. E se il fatto che il Napoli non sia andato immediatamente in una struttura unica possa essere considerata una colpa (il medico sociale Canonico dispose, alle 19, immediatamente l’isolamento fiduciario domiciliare e rinviò l’allenamento fissato per la mattina dopo). E se nei giorni precedenti, la società ha rispettato quanto previsto dallo stesso protocollo Figc. Le mail scambiate con le due Asl e con l’Ufficio di gabinetto della Regione Campania di sicuro non possono essere considerate delle violazioni. P.Taormina (Il Mattino)