Durante la trasmissione di Radio Marte, nel corso di “Si Gonfia la rete”, condotto da Raffaele Auriemma, è intervenuto il senatore Gaetano Quagliariello. “Ho letto la sentenza del caso Napoli, il factum principis non viene contestato ma si contesta la predisposizione soggettiva a non rispettarlo. Una cosa che, non surrogata da prove come in questo caso, non dovrebbe far venire meno il fatto principale, cioè che c’è stato un ordine di fonte superiore al diritto sportivo che non si sarebbe potuto non adempiere. Fino a qui è giustizia, poi viene tutto il resto. Ovviamente si cerca di difendere l’autonomia del diritto sportivo ma noi all’emergenza abbiamo piegato anche i principi costituzionali. Non si riesce a piegare l’interesse di una determinata squadra. Non si capisce per quale motivo gli altri club non difendano un principio molto semplice. Un dirigente dell’Empoli ha detto recentemente che se arrivasse un provvedimento del genere non lo accetterebbe perché sarebbe meglio andare nel penale piuttosto che perdere 3-0 a tavolino. Il Paese oggettivamente ora si trova in un momento di grande difficoltà. Anche i diritti di libertà dei singoli cittadini devono essere rivisti. Però dall’altra parte si incita a non rispettare gli ordini che fondamentalmente vengono dallo Stato perché il diritto sportivo dovrebbe avere una preminenza. Una cosa fuori da ogni logica. Mi sembra evidente che qui c’è una gerarchia delle fonti. L’ordine dell’ASL si fonda su fonti giuridiche che vengono prima del protocollo. Questo è fuori di dubbio. Penso che qui ci sia un cortocircuito. Fin quando a giudicare saranno gli organi della Giustizia Sportiva si giudicherà su criteri domestici, quindi senza tener conto della gerarchia delle fonti. Se potessi dare un consiglio al Napoli, darei quello di portare questa vertenza fuori dal contesto sportivo. Se c’è un protocollo all’interno del condominio in cui si spiega che non si possono usare le mascherine, questo protocollo vale fino a quando non ne arriva uno con fonti più forti. Non è che c’è molto da parlare: c’è un ordine che viene dall’ASL, nessuna sentenza lo contraddice. Lo avrebbe capito anche un semplice laureato in giurisprudenza”.
La Redazione