Nazionale Italiana: le convocazioni ora le fanno le Asl

Bloccati romanisti, viola e laziali. Situazione mai vista: chi arriva, chi salta. Il ct forse torna giovedì.

Mai come in questo caso basterebbe pubblicare il comunicato stampa che la Figc ha diramato ieri sera dopo cena per capire la situazione incredibile in cui si trova la nostra Nazionale, attesa dagli ultimi impegni agonistici del 2020. Un cronoprogramma di arrivi dilazionati mai visto, figlio di questi tempi confusi. Con il ct Mancini positivo (asintomatico), di nuovo nel suo ruolo nella migliore delle ipotesi a Firenze giovedì prossimo (una volta negativizzato).

Gli azzurri convocati, inizialmente 41, per le tre partite in arrivo (Estonia in amichevole mercoledì a Firenze, Polonia domenica a Reggio Emilia e Bosnia mercoledì 18 a Sarajevo in Nations League) raggiungeranno Coverciano a scaglioni. Condizionati dalle scelte delle varie Asl territoriali, ultima variabile indipendente di un mondo squilibrato in modo ormai permanente dalla pandemia. In particolare le indicazioni stringenti delle aziende sanitarie locali con in carico i tesserati di Fiorentina, Genoa, Inter, Lazio e Roma (tutte squadre in isolamento fiduciario a vario titolo) hanno formato una rete a maglie difformi, creando una situazione di incertezza e disparità di cui davvero non si capisce il senso.

Il combinato disposto per il momento produce il seguente calendario: ieri sera sono arrivati al Centro Tecnico i primi 18 giocatori chiamati da Mancini: Belotti, Bernardeschi, Calabria, Cragno, Criscito, Di Lorenzo, El Shaarawy, Emerson, Gagliardini, Grifo, Lasagna, Orsolini, Pellegri, Luca Pellegrini, Pessina, Sirigu, Soriano e Tonali. Con loro avrebbe dovuto esserci anche Ogbonna. Niente ritorno in azzurro per il centrale del West Ham (11 anni esatti dopo il debutto), infortunatosi in Premier. Fonte: CdS

 

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