In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello sulle frequenze di Radio Punto Nuovo, è intervenuto Aldo Agroppi, ex allenatore: “La stampa ha bisogno di fare titoloni e di sorprendere sempre e comunque. Raggiungono lo scopo e i tifosi ci credono. Se a me abbiano mai chiamato ‘Maestro’? Mai. Ai miei calciatori, dicevo di chiamarmi per nome. Non mi è mai importato di certe cose. Ma attenzione: dare troppa confidenza ai calciatori, diventa controproducente. Fare l’allenatore è difficile e serve personalità per farlo. Se diventi un loro amico, può rivelarsi molto pericoloso. Ho lasciato il calcio perché ormai ero vittima di uno stato depressivo che mi ha stravolto la vita. E il calcio stesso è stata la causa della mia depressione. Sei sempre al centro della critica e della polemica. I calciatori vivono in un mondo dorato e se ne fregano dei problemi che un allenatore vive nel corso della settimana. Molti di questi sono delle mezze tacche che si credono arrivati, perché guadagnano 2-3 milioni all’anno. De Zerbi? Ne parlano tutti bene, ma ha una fortuna: allena in una piccola cittadina, dove tutto è serenità e non esistono televisioni o radio che possono contestarlo. E poi ha una società modello alle spalle. A Sassuolo è difficile fare male, perché non ci sono pressioni e in una grande città, questo è quasi impossibile. Se non hai intelligenza, non puoi gestire le polemiche e chi rema contro. Gattuso? Non condivido alcuni comportamenti. Deve farsi sentire, anche andare a muso contro, non comportarsi come un fratello dei suoi uomini. I calciatori non meritano rispetto, amicizia o che altro, perché se ne fregano di quello che passa un allenatore durante la settimana. E poi un’altra cosa su Gattuso: per me Mertens è un centravanti, uno che segna a raffica ed è il migliore della storia del Napoli, e con Osimhen si pesta i piedi. Perché prendere uno come Osimhen se hai il belga? Che senso ha? Adesso, Gattuso lo ha allontanato dalla porta per far giocare questo ragazzo, che per carità sarà forte quanto vuoi, ma intanto Mertens era una certezza. Alle spalle entrambi hanno Petagna, ma non è uno che può giocare nel Napoli. Con tutto il rispetto, perché Andrea resta un bravo attaccante, ma lì ne servono di bravissimi per poter vestire quella maglia. Adesso, si parla tanto del rinnovo di Gattuso, ma i contratti si rivedono a fine anno: se rinnova ora e poi il Napoli va fuori da tutto? Gli allenatori sono legati ai risultati e così il loro futuro”.