Non ci si può scollegare un attimo, che il mondo si presenta immediatamente capovolto: Napoli 0-Sassuolo 2, e chi l’avrebbe detto prima che cominciasse?, senza che ci sia da stupirsi più di tanto. Un’ora e mezza per accorgersi che qualcosa è cambiato o forse no, semplicemente che il passato s’è ripresentato perfidamente in quei sedici metri in cui ne sono successe di tutti i colori. E tra quelle 22 sfumature d’azzurro, che sono rappresentate dalle conclusioni, Gattuso ora resta immobile e pensieroso.
Per cominciare, verrebbe da dire che è stato (anche) giusto così…? «La sconfitta ci può stare e non potevamo fare sicuramente molto di più. Però abbiamo sbagliato tanto, soprattutto prima di andare in svantaggio e anche dopo, e questo ha inciso nel risultato finale, sul quale non muovo obiezioni».
Schiumavate rabbia, alla fine, per un assai presunto rigore su Osimhen. «Ma io degli arbitri in genere non parlo e non lo faccio neanche adesso. È inutile stare a disquisire sulla consistenza del contatto o persino sull’esistenza. Se Mariani ha deciso di non andare al Var vuol dire che lui l’ha vista così e se non lo hanno chiamato significa che quella del direttore di gara era stata la decisione giusta».
Avete dilapidato una serie di opportunità, anche clamorose. «E questo ci ha frenato, perché avremmo potuto imprimere alla gara un’altra direzione. Siamo stati eccessivamente frenetici, ci è già successo altre volte. E dobbiamo anche smetterla di ossessionarci, quando non troviamo il gol».
Ma i meriti del Sassuolo sono emersi in larghi tratti della serata. «Sapevamo che sanno palleggiare e che ci avrebbero fatto correre tanto. Ci sono riusciti. Poi noi ci abbiamo aggiunto anche delle ingenuità, come in occasione del contatto in area, quello che ha concesso a Locatelli la possibilità di segnare. Sino a quel momento eravamo stati abbastanza bravi».
Improvvisamente, due in mezzo al campo sono apparsi pochi. «Ma lo coprivamo, anche se non siamo stati in grado di verticalizzare come avremmo voluto. Però la sensazione che potessimo segnare da un momento all’altro l’abbiamo avuta e credo si sia percepita anche all’esterno. Nel primo tempo, non ricordo chance clamorose per il Sassuolo, mentre a noi è capitata».
Avete subito il ritmo, a tratti. «È stata una scelta, per non concedere loro imbucate e non aprire linee di passaggio. Però l’impostazione era nostra, la partita l’abbiamo fatta noi e siamo rimasti a lungo nella metà campo avversaria».
Anche le sconfitte qualcosa lasciano. «Bisogna continuare a lavorare per mettere in condizioni migliori Osimhen e creare qualcosa di diverso nella profondità. E bisogna tapparsi le orecchie, senza ascoltare ciò che si dice, scudetto o non-scudetto. Cominciano a ricordarci che dobbiamo arrivare tra le prime quattro».
È una stagione con valori ritoccati. «Molto livellata, ogni partita è difficile e con i cinque cambi le squadre cambiano fisionomia. Non ci sono gare facili. Ma io vedo una squadra che sta facendo di tutto. Non siamo brillanti come nelle prime partite, ma ci può stare. Ci aspetto un anno lunghissimo, con tante sfide in sequenza, e un attimo di disorientamento rientra nelle dinamiche».
Il suo rinnovo è pronto. «Lasciamo stare questi discorsi che evidentemente portano male. Ogni volta che parlo di rinnovo non ne vinco una. Anche al Milan andava così. Meglio pensare alla sconfitta, per rialzarsi in fretta».
A. Giordano (CdS)