In un avvio allucinante, in cui il Napoli guarda in faccia tutte le streghe (siamo proprio nel posto giusto) che la circondano in questo periodo, con la squadra di casa che fa gol al primo tiro in porta, proprio come l’Az.
«Sapevamo che sarebbe stata complicata»,
prova a giustificarsi Gattuso. Vero, il Napoli si dimostra superiore. Per passo, e per abilità tattica. Con Superpippo che la perde proprio quando decide di prendere l’autobus (il terzo centrale dopo 8 minuti della ripresa) e di parcheggiarlo davanti all’area.
Gattuso, tre punti importanti?
«Sapevamo che non era una passeggiata, perché mica il Benevento scendeva in campo per pettinare le bambole. Nel primo tempo abbiamo sofferto, perché il ritmo era bassa, c’erano troppi spazi, Manolas e Koulibaly non scivolavano come dovevano e così ogni volta finivamo in bocca ai loro attaccanti. Poi nella ripresa abbiamo alzato il ritmo e non capisco perché non lo abbiamo fatto prima».
È un Napoli che può lottare per lo scudetto?
«Dopo quattro partite è troppo presto per dirlo. Concentriamoci a fare più punti possibile poi si capirà con il tempo a cosa possiamo puntare in questo campionato».
Ha tremato quando ha visto Montipò nella sua area al 96′?
«Io ho subito una pugnalata al petto due anni fa, mica vent’anni fa. Quindi ovvio che mi è venuto in mente quella rete di testa Brignoli. Per fortuna questa volta siamo stati più attenti e il gol non l’ho preso».
Preoccupato per gli incidenti di Napoli?
«Non si fanno certe cose. Più che al calcio penso alle persone che hanno difficoltà a mettere il piatto in tavola a fine mese. E lo dico anche da imprenditore, perché nel mio ristorante ho 40 dipendenti ed è normale che il pensiero va a chi fa fatica a vivere ogni giorno. Il governo non deve sottovalutare questa situazione».
Il rinnovo lo firma?
«Sono contento di lavorare a Napoli. Ho un problema, ai contratti con clausole non credo tanto, un giorno mi si chiude la vena, prendo e me ne vado a casa. Sapete il presidente come è fatto, ama tutelarsi con le clausole, io faccio fatica. Non devo essere io a togliere la clausola. Posso firmare anche solo per sei mesi, ma sono fatto all’antica, voglio sentirmi libero».
Anche Petagna è stato decisivo?
«Abbiamo provato a inserirlo con Osimhen perché è un giocatore che ci può far comodo. Ha forza, sa giocare, ci piace come viene a legare e difende palla. È un finto lento, quando prende velocità non è male».
Osimhen ha giocato un derby molto in ombra.
«Non c’era profondità. In questo caso un attaccante deve venire a legare e magari si butta dietro Mertens. Gli altri cominciano a conoscere Osimhen, sanno la sua velocità e come può far male».
Apporto importante anche di Politano, Demme e Lobotka?
«I miei giocatori devono capire che giochiamo ogni tre giorni. C’è un’unica strada, quella del lavoro, impegno, professionalità. Con i 5 cambi il calcio è cambiato, gli ultimi 30 minuti quando i calciatori si allenano nel modo giusto possono fare la differenza».
Cosa le è piaciuto?
«Il furore del secondo tempo che, però, vorrei vedere sempre. Perché non è che ogni volta che prendi cazzotti nel muso ti va bene e si gonfia solo, perché poi se ti serve andare all’ospedale sono guai».
Ci pensa ancora alla gara con la Juventus?
«Non siamo stati noi a decidere di non andare. Mughini dice che ho fatto lo sborone, ho solo detto che in quel momento per noi era meglio andarcela a giocare. Spero di giocarla, spero di vedere la classifica reale per quello che abbiamo mostrato di valere sul campo».
Sacchi dice lei somiglia un po’ a Capello come allenatore.
«Dove c’è da firmare per fare un decimo di quello che ha fatto Capello?».
Lozano l’ha deluso?
«Non mi importa se gioca a destra o sinistro. Voglio vederlo sempre e solo cazzuto. E non sempre lo è».
Pino Taormina (Il Mattino)