Il derby amaro: “Il solo contagio che vorrei è quello del tifo”

Ha ragione Clemente Mastella, il sindaco della città sannità. «L’unico contagio di cui avremmo voluto fare i conti era quello del tifo. Ma in questi tempi terribili, è qualcosa che non può essere consentito».  In quasi novecento tifosi giallorossi saranno al Vigorito, senza sciarpe e bandiere, rigorosamente mascherati. Il derby al tempo del Coronavirus è questo. La festa non c’è. Dovevano venire i ragazzi della diocesi di Acerra, ma è impossibile spostarsi fuori provincia. E così, non potranno muoversi neppure gli Insigne, che pure ne hanno di motivi per lasciare Frattamaggiore e assistere alla sfida in famiglia tra i due ragazzi di casa. «È tutto così strano: quando il Benevento vinceva il campionato di serie B immaginavano le grandi giornate di calcio contro l’Inter, la Juventus e il derby con il Napoli con lo stadio pieno di gioia ed entusiasmo. Ma nulla di tutto questo sarà possibile oggi», dice con un filo di voce il sindaco Mastella. Dirigente nel Napoli di Maradona, ma al cuor si comanda. Eccome. «Tifo Napoli tutto l’anno, tranne due volte: quando gioca con il mio Benevento. Anche se è così strano parlare di calcio con questa tristezza e con questa preoccupazione che circonda ogni cosa». Il servizio d’ordine sarà in ogni caso allestito per evitare assembramenti all’esterno. E sarà vietato anche assistere alla partita nei bar. Di sicuro il problema stavolta non sembra la violenza o la paura di scontri, ma sono gli assembramenti, con l’annesso rischio di contagio. Che le forze dell’ordine dislocate negli orari della gara dovranno scongiurare.

IL Mattino

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