Certo, è ancora Davide contro Golia ma il balzo in avanti fatto dal Benevento questa estate non è di poco conto: da 22 milioni di ingaggi in serie B a un monte stipendi da 32 milioni con Glick (2,5) Lapadula e Iago Falque (1,6) davanti a tutti. Il Napoli ha un monte ingaggi che sfiora i 110 milioni. E pure sul mercato, Oreste Vigorito non ha badato a spese, chiudendo la sessione estiva con un bel saldo negativo da quasi 11 milioni. Perché stavolta non vuol fare come due anni fa: in serie A non vuol recitare il ruolo di Cenerentola, anche perché nella vita quasi sempre ha recitato ben altri ruoli. Benevento-Napoli è un duello anche tra i due presidenti, Vigorito e De Laurentiis. Duello, si fa per dire, perché la cordialità è alla base dei loro rapporti. I due si incontrano solo in Lega Calcio ma non c’è un asse vero e proprio tra i club campani: anche quando c’è stato da votare per l’ingresso dei fondi, il Napoli si è astenuto mentre il Benevento ha votato sì. E De Laurentiis ci aveva provato a convincere Vigorito ad astenersi. Inutilmente. Il 9 settembre, De Laurentiis di rientro da Milano, offrì a Vigorito un passaggio sull’aereo privato del patron azzurro. Il padre dell’energia eolica italiana accettò. Poche ore dopo, scoperta la positività di De Laurentiis al coronavirus, Vigorito piombò nell’incubo di un possibile contagio. Da cui uscì fuori solo dopo cinque giorni, dopo il secondo tampone negativo. Una sola volta hanno litigato, se così si può dire, alla luce del sole. Per Pavoletti. De Laurentiis lo accusò di non averlo mai chiamato nonostante l’impegno a farlo, Vigorito replicò dicendo che aveva avuto il numero sbagliato. Ma si diedero la mano appena si incontrarono e chiarirono subito. Questa estate qualcosa si è mosso sul fronte di una possibile alleanza: ma Llorente, nonostante le telefonate di Inzaghi (più di una), di andare a giocare a Benevento non ne ha voluto sapere. Altrimenti l’affare sarebbe potuto andare in porto. P. Taormina (Il Mattino)