Roby Insigne: “Che emozione giocare il derby contro Lorenzo. Che tristezza senza pubblico”

«Ci troveremo sulla stessa fascia  e gli ho già detto per stuzzicarlo: vediamo se riuscite a prendermi!»

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Benevento-Napoli è un coacervo di emozioni, un cumulo di sentimenti scossi, un miscuglio di storie e personaggi che si fa persino fatica a mettere uno dietro l’altro. E’ solo all’apparenza una partita di calcio.  

 

Non lo è di certo per Roberto Insigne che ritrova in un colpo solo la squadra in cui è cresciuto e il fratello famoso che di quella squadra è il capitano. E’ il coronamento di un inseguimento durato un po’ di anni, tra la speranza di rivestire l’azzurro e quella di giocare di nuovo insieme a Lorenzo. Un’emozione provata una sola volta quel 13 gennaio del 2013 quando a una manciata di minuti dalla fine Walter Mazzarri lo chiamò dalla panchina e gli disse: «Ragazzino, vai in campo». Il cuore quasi gli scoppiava in petto, il San Paolo era bellissimo come sempre e quel giorno si giocava Napoli-Palermo. Si era già sul 3 a 0, avevano segnato Christian Maggio (toh…), Inler e, sì, proprio Lorenzo, entrato in campo qualche minuto prima. Cinque-sei giri di lancette, nei quali il mondo gli sembrò ai loro piedi e la ragione lasciò spazio ai sogni. Sono trascorsi otto anni e domenica il cerchio si chiuderà in maniera inattesa, ma ugualmente suggestiva.

Roberto, quanti pensieri affollano la tua mente prima di questo derby? «Penso che sia qualcosa di indescrivibile. Sono emozionato e credo che questi sentimenti bisogna solo provarli per poterli descrivere. La cosa più facile che mi viene da dire è che ci speravo e ci sono riuscito. E’ il più concreto dei pensieri che affolla la mia mente».

Roberto e Lorenzo che si ritrovano faccia a faccia in serie A, che si sfidano in un derby inconsueto, che mette in agitazione una famiglia intera. Per chi si schiereranno papà Carmine e mamma Patrizia? «Mio padre è tifoso del Napoli, come tutti in famiglia. Ma non credo che questa volta riuscirà a non pensare che in campo ci siamo tutti e due. Avrà occhi solo per noi, tutto il resto non conterà. Così anche mamma: sono già emozionati, sono orgogliosi di noi. Così come lo sono per gli altri due fratelli. Perché non è certo giocare in serie A che fa la differenza. Antonio, il più grande, si diverte ancora a giocare in Promozione, l’ultimo, Marco, è quello che corre più di tutti: lavora sul Frecciarossa, ha lasciato perdere col calcio. L’unico rammarico è che non potranno essere sugli spalti per colpa del Covid che vieta gli spostamenti tra una provincia e l’altra: ci guarderanno in televisione».

Tu e Lorenzo vi siete già sentiti, ovviamente… «E certo. Gli ho telefonato prima della partita di Europa League per fargli un grande in bocca al lupo. Anche lui è emozionato, per me è un sogno che si avvera. Pensate che emozione solo a vedere lui e Maggio che si scambiano i gagliardetti. Poi, si sa, tutto dipenderà dai nostri allenatori. Ma spero che saremo tutti in campo».

Il Napoli non è solo Lorenzo: conosci tanti azzurri, con molti hai condiviso ritiri e allenamenti.
«Proprio così. Quando ho telefonato a Lorenzo, c’era con lui anche Hysaj e ovviamente me l’ha passato. Se giocheremo tutti, loro staranno entrambi sulla mia fascia. E allora ho approfittato per “sfruculiarlo” un po’. Gli ho detto: Vediamo se riesci a prendermi».

Il Benevento finora non ha conosciuto mezze misure: bianco o nero, tutto o niente. Due vittorie e due sconfitte, con molti gol subiti. «È vero. Stiamo facendo bene quando abbiamo noi il pallone: allora dimostriamo di saperci fare. Ma sappiamo anche di dover migliorare tanto. Abbiamo bisogno di trovare il giusto equilibrio, ma non è una questione tattica, piuttosto una cosa che dobbiamo gestire bene noi. Il mister ci dà le indicazioni giuste, poi dipende da noi interpretarle al meglio. Ecco perché dico che dipende molto dalla nostra testa: siamo noi a dover capire quando andare a tutta e quando tenere la palla. Se riusciamo a fare questo, lotteremo senz’altro per rimanere in serie A».

Col Napoli sarà un’altra battaglia durissima: la squadra di Gattuso segna tanto ed ha subito un solo gol sul campo. Come bisognerà affrontarla? «Io la penso come il mister, questa è la strada migliore per affrontare le avversarie. Sento dire in giro che queste non sono le nostre partite, che dovremo dare tutto contro quelle squadre che lotteranno per non retrocedere. Consentitemi di non essere d’accordo. Dobbiamo giocarcela con tutti. All’Olimpico sul 2 a 2 abbiamo avuto addirittura l’occasione per passare in vantaggio, allora non mettiamo le mani avanti. Proviamo solo a trovare quell’equilibrio che ci serve quando abbiamo il pallone tra i piedi. E giochiamo senza paura».

Il pronostico però è tutto dalla parte degli azzurri. Potrà mai il Benevento capovolgerlo? «È scontato che il pronostico sia a favore del Napoli. Ma alzi la mano chi si aspettava che la partita di Roma potesse essere in bilico fino al 70’. Il calcio è bello per questo, mai dare per scontato nulla. Neanche che il Napoli vinca a mani basse».

Un derby così avrebbe richiamato sugli spalti del Vigorito la folla delle grandi occasioni. Invece si giocherà ancora davanti a pochi intimi… «L’assenza della gente sugli spalti mette tristezza. E’ davvero bruttissimo. Per altro io mi esalto con l’urlo dei tifosi, ne ho bisogno per caricarmi. Ma non possiamo farci niente, solo sperare che questo periodo finisca il più presto possibile. Anche senza il sostegno dei nostri tifosi ce la metteremo tutta: sappiamo di essere sulla strada giusta, vogliamo migliorarci giorno dopo giorno. Siamo fiduciosi, possiamo riuscire a mantenere il nostro posto in serie A». 

A cura di Franco Santo (Cds)

 

 

 

 

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