Mica semplice, quando le ombre della sera t’avvolgono, trovare risposte a interrogativi che t’abbagliano la vista, mentre dondolano tra le ombre di un’ora e mezza che sa di incubo! Dallo show con l’Atalanta a quel senso d’inquietudine che ora s’avverte nel San Paolo, dopo essersi buttato clamorosamente via, è praticamente niente: cinque giorni, una manciata di ore e un timer assordante ch’è già partito, perché da una partita del genere il Napoli può uscirne semplicemente riscoprendo se stesso. Ma in fretta.
Gattuso, non ne avete indovinata una, stavolta? «Abbiamo prodotto un possesso-palla sterile e gli abbiamo fatto il solletico, specialmente nel secondo tempo».
Il riassunto della sconfitta, a volte, induce al pessimismo: lei come l’ha vista? «Può starci una giornata storta, non avremmo segnato neanche se avessimo giocato ad oltranza. Ma abbiamo preso mezzo tiro in porta e l’abbiamo persa. Dovevamo giocare meglio senza palla, dovevamo essere più precisi nei pressi della nostra area di rigore. Non sono fatalista, ma doveva andare così».
Chi l’avrebbe detto, dopo il 4-1 all’Atalanta…E siete passati da una gara esaltante ad una che vi induce a riflettere. «Ogni partita fa storia a sé, il bello del calcio è questo. Ma abbiamo la possibilità di rifarci con il Benevento. E’ chiaro che ci siamo complicati il cammino in Europa, perché nelle prossime cinque partite ci è vietato sbagliare. Però qualcosa di buono s’è visto, lo dicono le statistiche stesse di questa sfida: il pallone lo abbiamo avuto sempre noi, conclusioni ne abbiamo fatte ed errori anche».
E l’Az, senza tredici contagiati, vi ha anestetizzato… «In presenza di eventi straordinari, come l’assenza di un gran numero di calciatori, nascono sempre imprevedibili motivazioni. L’Az per sua natura non ha mai difeso così, di solito fa gioco, invece è venuto qui e si è quasi snaturata, mettendoci la testa, con una organizzazione insolita alle sue abitudini. A me sembra che la gara l’abbia fatta sistematicamente il Napoli, certo con qualche imprecisione che ci è costata caro».
Due tiri, un gol, tre punti: i numeri a volte sembrano anche irridere. «A me ed anche ai ragazzi scoccia assai averla persa. Forse la reazione al Covid ti spinge a dare, evidentemente, qualcosa in più. L’Az è una squadra che preferisce attaccare, non pensa mai a cautelarsi così come ha fatto stavolta con noi. Se ci ripenso, rivedo un Napoli che comanda la partita, ma che negli ultimi 10-15 metri doveva fare meglio. L’unico appunto che possiamo muoverci è questo».
Sullo 0-1, con manovra ad aggirare partendo da sinistra, vi siete lasciati cogliere straniti. «Non c’è mai stata la sensazione che potessimo prendere ripartenze. Ma questo tipo di partite esiste e ora ci serve da lezione».
L’abbuffata di complimenti, dopo la prestazione di sabato, può aver inciso? «Non so, non mi sembra, non posso rimproverare niente alla squadra, se non le fasi della rifinitura. Per il resto abbiamo fatto ciò che dovevamo».
Troppo turn-over non le era piaciuto al Milan, ma pochi cambi possono aver pesato fisicamente stavolta? «Senza Zielinski ed Elmas ci manca qualcosa, ma rifarei tutto perché la prestazione mi è piaciuta. Questa squadra deve trovare la via del gol, quando gioca così, perché poi è chiaro che si va a rischiare. E invece stiamo qui a morderci le dita, perché di opportunità per sbloccarla ce ne sono capitate, alcune anche clamorose».
A. Giordano (Cds)