Gennaro Gattuso: “L’Europa League è un nostro obiettivo. Stasera massimo 4 cambi”

Il tecnico del Napoli "ammonisce" i suoi per la sfida contro gli olandesi

La Champions, è superfluo confessarlo, sa di altro, mica solo per soldi: è una calamita che cattura, un’onda anomala di emozioni travolgenti, mentre invece ciò che sembra qualcosa che somigli lontanamente alla Coppa Uefa, si trasforma in accessorio, almeno sino agli ottavi o giù di lì.

«E invece io che ci ho sbattuto i denti, ai tempi del Milan, so come affrontarla adesso. Questo per noi è un obiettivo nel quale crediamo, ci siamo arrivati con sacrificio e per fortuna vincendo la Coppa Italia: noi vogliamo passare il turno, per cominciare».

C’è Napoli-Az ed intorno s’avverte l’eco d’un “ringhio” che riempie questo vuoto pneumatico con il quale si è costretti a convivere: una volta, neanche molto tempo fa, andava di moda il turn-over, possibilmente in dosi massicce, mentre adesso, stavolta, si resterà aggrappati a se stessi, alla propria idea di calcio, a quella fascinosa suggestione che appena sabato ha trasformato un pomeriggio preoccupante nella “apologia” di Gattuso.

«L’Europa League è importante per tutti noi e si cambia poco, quello che penso sia il giusto». 

 

 ATTENTI SOLO A QUEI DUE

Per arrampicarsi fin dove si potrà, in questo girone che sembra facile e non lo è ma può diventarlo subito, serve una squadra fatta e finita che Gattuso ha in testa e lascia germogliare senza smontarla: dentro Maksimovic e Lobotka, fuori Manolas e Bakayoko e poi, quando arriverà domenica e il derby con il Benevento, si vedrà.

«Rivoluzionare significa mettere in difficoltà quelli che mandi in campo: bisogna fare scelte giuste e non stravolgersi con 9-10 giocatori nuovi ad ogni partita. Ne abbiamo già persi due da venti giorni per il Covid e poi quando torneranno dovranno ritrovare la condizione. Quindi, spazio alla migliore formazione». 

MALEDIZIONE

Questa non è vita, lo sappiamo, e magari neanche calcio, perché si nota nell’atmosfera e nello sguardo di Gattuso che dentro la “bolla” c’è un po’ di ansia da combattere in tackle, ripensando al virus che ha avvolto l’Az. «E stavolta c’è anche timore, come l’abbiamo avuto con il Genoa. Ma di paura ce n’è anche quando si va fuori casa: però il calcio è una grande azienda, sta perdendo tanto tra biglietti e sponsor e noi abbiamo il dovere di far vivere questa impresa». 


 
FORZA, RAGAZZI

Verrà il momento di sistemarlo questo pallone al centro dei propri pensieri, lasciando che quel senso di disorientamento resti a bordo campo, ed è in quell’istante, quando ci si mette a giocare, che Gattuso vuole riscoprire il gusto di una sfida che lo sta conquistando: «Ho la consapevolezza di allenare una squadra forte e se qualcuno pensa che mi dispiace dover avere difficoltà di scelta, si sbaglia. Insigne per il momento deve ricominciare a mettere benzina, dopo venti giorni in cui ha dovuto fermarsi, e poi aspettiamo Zielinski ed Elmas». 


 
OCCHIO

E però, intanto, da questa vigilia vanno rimossi i luoghi comuni e una leggerezza che Gattuso avverte, annusando l’aria di apparente superficialità che accoglie l’Az, (s)travolto dal virus e dai contagi che hanno decimato l’organico: «Sembra quasi che giocheremo contro “gli scappati di casa” mentre questa squadra l’anno scorso ha conteso lo scudetto all’Ajax, ha dato via un solo giocatore e contro di noi dovrà rinunciare, per Covid-19, ad un solo titolare». Certe cose conviene dirsele (sempre).

A. Giordano (CdS)

 

 

 

 

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