Il giurista Pellegrino: “De Laurentiis si è inserito nelle pieghe di un mancato coordinamento”

Il noto giurista spiega i vari passaggi del verdetto di Mastandrea

Un enigma complesso secondo l’avvocato Pellegrino. Reso ancora più cervellotico da una mancanza di coordinamento tra le fonti: da una parte la Asl, dall’altra il protocollo Figc. Secondo il giudice sportivo, il Napoli avrebbe rinunciato alla trasferta di Torino ancor prima che l’Azienda sanitaria locale la inibisse: da qui, la decisione di infliggere ai partenopei la sconfitta per 3-0 a tavolino e la penalizzazione di un punto in classifica.

«Come calciatori dovevano giocare ma come cittadini dovevano restare a casa. Il pasticcio è tutto qui»

è la sintesi del giurista Gianluigi Pellegrino.

Avvocato, sembra una contraddizione… «Esatto. Diciamo che De Laurentiis si è inserito nelle pieghe di un mancato coordinamento tra le norme e il protocollo. Ha trovato una breccia e ci si è infilato».

Facciamo chiarezza: esiste un protocollo della Figc, validato dal comitato tecnico-scientifico, e una circolare del ministero della salute che permette agli atleti professionisti di giocare se l’esito del tampone è negativo, anche se ci sono dei contagiati in squadra. Allora perché la Asl è intervenuta?
«La deroga vale per i tesserati e non si possono lamentare se poi si contagiano perché partecipando al campionato l’hanno accettata, ma per il dipendente dell’aeroporto ad esempio no. E la Asl si preoccupa dei cittadini, non guarda se uno è calciatore, pilota o hostess. Qualcuno avrebbe potuto correre dei rischi entrando a contatto con persone che dovevano stare in isolamento» 

Come si poteva risolvere il dilemma?  «Per dirne una, poteva prevedersi che in tal caso doveva essere la Juve ad andare dal Napoli» 

Che ne pensa della decisione del giudice sportivo? «Mastrandrea riconosce nel provvedimento dell’autorità sanitaria la “causa di forza maggiore”. Afferma, però, che tale portata si sarebbe chiarita solo alle 14.15 del giorno della partita quando, secondo il giudice, il Napoli aveva già deciso di non partire. Ecco spiegata la sconfitta a tavolino»

Il Napoli può vincere in appello? «Sì, se proverà che alle ore 14.15 di domenica poteva ancora organizzare la trasferta, rendendo così decisiva la causa di forza maggiore della quale il giudice sportivo ha preso atto» 

Si può arrivare al Tar? «Il Tar ha giurisdizione se la controversia esula dalle regole sportive. Qui siamo al limite» 

Pellegrino, è d’accordo se diciamo che è stato creato un precedente pericoloso? «Il giudice in sostanza dice questo: se la Asl fosse stata chiara fin dalla prima lettera, allora lui avrebbe dato ragione al Napoli. Quindi, apre all’ipotesi che l’autorità sanitaria possa impedire qualsiasi trasferta senza che la squadra venga sanzionata» 

De Luca dice che il protocollo non vale niente. Ha ragione?  «Certo che vale, ma servivano norme di coordinamento migliori. Bisognava trovare un meccanismo per dire alle società, ad esempio, che in casi simili dovevano muoversi con un volo privato o invertire la trasferta»

La Juve non si è costituita in primo grado. È un’anomalia? «Vuole essere un gesto di stile per dire “decidano i giudici se ho vinto o meno”. Agnelli, dicendo che la Asl di Torino a parti invertite non sarebbe intervenuta, ha espresso un giudizio di valore molto duro a mio avviso».

Intervista a cura di Giorgio Marota (CdS)

 

 

 

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