Una partita rinviata in serie D, tre in Eccellenza campana, undici in Promozione per un totale di quindici partite che in questo week end non si sono giocate in Campania. Il Covid colpisce duro nel calcio dilettantistico regionale. Ma il sistema regge. Anzi, fanno notare in Comitato Regionale, in controtendenza rispetto a quanto ci si attendeva, il numero dei tesserati iscritti e delle squadre che partecipano ai campionati della stagione 20/21 non è in decremento ma in linea con gli anni scorsi. Il che è un mezzo miracolo per quello che sta accadendo.
I DILETTANTI-In serie D siamo alla terza giornata di campionato e finora sono passate dalle forche caudine del Covid due partite: una nella prima giornata, Afragolese-Team Nuova Florida ed una alla terza, Nocerina-Torres. Mentre nel primo caso è stato un tesserato dell’Afragolese a risultare positivo, nel secondo è stato un dirigente della società sarda. In tutta Italia sono state 29 le partite rinviate per covid nel massimo campionato dilettantistico. «Il calcio dilettantistico è riuscito a ripartire, nonostante la situazione sia oggettivamente complessa. Allo stato attuale, come LND, abbiamo recuperato e immesso sul territorio le risorse economiche necessarie per garantire la ripresa delle attività, oltre ad aver attuato provvedimenti di natura straordinaria. E altre misure di sostegno sono in via di definizione», il pensiero del presidente della Lega Dilettanti Cosimo Sibilia. Risorse finanziarie che hanno aiutato per iscrizioni e gestione del quotidiano. Ieri, seconda giornata del campionato, rinviate tre partite di Eccellenza Capri-Marcianise, Grotta-Eclanese, Angri-Agropoli; e undici di promozione Puglianello-Vitulazio, Villa Literno-V.Goti, Manocalzati-Gesualdo, Solofra-Baiano, Ercolano-Barrese, Positano-S.Giuseppe, S.Maria la Carità-Napoli Nord, Puteolana-Casalnuovo, Agerola-Viribus Somma, Terzigno-Anacapri, Barra-Massalubrense. Che fanno il paio con le dieci di eccellenza della settimana scorsa e due in Promozione su un totale di 56 match disputati. I casi sono i più disparati.
IL PROTOCOLLO-Una volta riscontrata la positività di un tesserato, o di persona a lui vicina, la società, che effettua tamponi privati (50 euro l’uno la media di costo) informa il Comitato Regionale della Federcalcio e l’Asl che a sua volta decide se imporre la quarantena fiduciaria al solo tesserato interessato, al gruppo squadra oppure al giocatore/dirigente ed ai propri familiari. Da qui emerge una grande varietà di casi. L’Ariano ha saltato la prima giornata di campionato perché una positività riscontrata a settembre ha fatto saltare tutta la preparazione. Ad Angri è stato messo in quarantena solo il giocatore positivo. Verrebbe da dire Asl dove vai, decisione che trovi. Il Covid-19 ha fermato anche la gara tra il San Vito Positano e la Polisportiva San Giuseppe. Quest’ultima in particolare ha comunicato che due tesserati sono risultati positivi al Covid-19, durante i controlli di routine. E il comitato spesso rimanda anche cautelativamente. Ma il calcio dilettantistico non ci sta ad essere accomunato a quello amatoriale, sotto la cui scure potrebbe ricadere lo stop al calcetto. Fanno notare in Lega una cosa è la partita tra amici, un’altra quella tra due società sportive che si attengono ad un protocollo serio che va dai tamponi agli ingressi in campo, dalle docce alle sanificazioni. «Poi, se qualcuno prende il Covid fuori, non ce la possiamo prendere con il calcio». Il territorio è fortemente legato al calcio dilettantistico e si ha grande paura del lockdown. In Campania parliamo di 42 squadre che disputano il campionato di eccellenza, 70 quello di promozione, a fronte di 36 e 64 dello scorso anno. Pronte a partire la Prima, seconda e terza categoria. Una regione per tesserati seconda soltanto alla Lombardia che conta 65 mila tesserati e 1400 squadre tra settore giovanile e dilettanti.
G. Agata (Il Mattino)