Alessandro Barbano, vicedirettore del Corriere dello Sport, è intervenuto nel corso di Punto Nuovo Sport Show su Radio Punto Nuovo: “La Figc esprime il vertice di una giurisdizione domestica, ma queste regole non sono delle enclavi e sono iscritte in regole più ampie e quindi è ovvio che anche le Asl abbiano giurisdizione nello sport e nel calcio. Ma, la comunità statuale ha prodotto una quantità di norme anche in contraddittorio tra loro. Ha dato alle Asl, il governo, con un’ordinanza del Ministero delle Asl, la gestione della pandemia. Poi, la fantasia del nostro legislatore ha prodotto il DPCM. Questo decreto del Presidente del Consiglio fa salire questa ordinanza di rango. Il CTS è stato costretto ad ingoiare il protocollo, non si voleva far ripartire il calcio: ma il protocollo dispone la quarantena soft ed è in contraddizione con quello che disponevano le Asl. Se non togli l’obbligo delle Asl di intervenire, si fermerà il campionato, lo avevamo detto. Sono rimaste li le due norme, alla prova dei primi positivi sono esplose le contraddizioni. La norma che autorizza la Asl, però, è superiore al protocollo voluto dalla FIGC. Gravina dice: il protocollo è legge. Ma, in questo paese le leggi non le fa il presidente della Figc. Il pasticcio lo ha fatto il Governo. De Laurentiis non la voleva questa partita, ma se questo precedente si impone, non lo chiudiamo il campionato. La soluzione trovata ieri è: rispettiamo la bolla ed il Napoli non lo avrebbe fatto. Ma, ad oggi nessuna norma può impedire alla Asl di far valere il diritto alla salute. Oggi ADL ha ottenuto l’obiettivo di non far giocare con la Juve senza Insigne, Zielinski ed Elmas, ma se il campionato non si chiude i broadcaster non pagheranno e ci perderanno tutti. Il giudice sportivo non può non far ripetere la partita, De Laurentiis è nel giusto”.