Il calcio spesso e volentieri è un concentrato di emozioni che si prova a raccontare in più forme, per tecnica ma anche per conoscere il lato umano. Anche nel cinema e nel teatro la passione si trasmette con enfasi e voglia di cominciare. Di questo e non solo ilnapolionline.com lo ha chiesto in un’intervista a Gianluca Masone.
Come nasce la tua passione per il teatro? “Più che passione, io la definisco sempre una ‘vocazione’ quella che ho per il teatro. Qualcosa che è nato dentro di me in maniera del tutto spontanea e che ha da sempre ‘preteso’ di venir fuori dando voce e corpo alle mie emozioni, soprattutto a quelle più profonde che covano silenziose dentro me, in attesa di essere donate”.
Da quanto tempo stai nel mondo del cinema e del teatro. Soprattutto se hai notato una crescita in questi due settori? “Il “viaggio” nel magico mondo del teatro è iniziato intorno ai miei 14 anni, esattamente nel 1994. Un viaggio che dura ancora oggi e che, spero, possa durare finché – dovrà e potrà – Sono esattamente 26 anni durante i quali ho avuto la possibilità di vivere il palcoscenico non solo come attore, ma anche come regista e formatore. In merito alla crescita del teatro e del cinema negli ultimi anni, credo che ci sia stata sicuramente una grande trasformazione ed evoluzione che, spero, riesca a coinvolgere sempre più i tanti giovani attori desiderosi di far “parlare” le proprie emozioni”.
In occasione della presentazione del libro “Interrompo dal San Paolo”, tu hai annunciato i tre brani delle giornalista con la giusta enfasi. Provi le sette emozioni nel vedere una partita di calcio? “Io per natura sono molto passionale e carico di energia, quindi racchiuderei tutta la mia felicità legata al gol, in un forte grido liberatorio espresso anche dall’esultanza fisica”.
Probabile che domenica il Napoli contro il Genoa possa far giocare il tridente Mertens-Osimhen e Insigne. Tu come li annunceresti se fossi allo stadio? “Essendo dei calciatori già famosissimi per le loro abilità calcistiche, farei conoscere al pubblico soprattutto il loro forte senso di umanità evidenziando di ognuno di essi, la propria spiccata sensibilità. Sicuramente per introdurli userei come appellativo “Gigante” che affiancherei con altri aggettivi che mettono in risalto il loro lato umano”.
Infine quali sono i tuoi programmi futuri tra cinema e teatro? “La mia filosofia di vita è legata molto al “qui e ora” quindi ho imparato a vivere la vita giorno per giorno, attimo per attimo, quindi il mio futuro è “ogni domani”. Vivendo in questo modo ho la possibilità di poter realizzare ogni giorno i miei progetti “ futuri”. Questo non vuol dire che sia sbagliato proiettarsi nel futuro pensando a ciò che si desidera realizzare domani, ma io al pensare, preferisco l’agire.”.
Fonte: foto Dario Tucci
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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