L’editoriale di Ivan Zazzaroni sul CdS
“Il 17 settembre, quando Luis Suarez salì sull’aereo per Perugia per sostenere l’esame (farsa) di italiano, chiesi quale fosse il vero motivo del blitz. Da almeno una settimana, e quasi ogni giorno, infatti, il chief football officer della Juve – insomma, il direttore dell’area tecnica Fabio Paratici – ripeteva «non prenderemo mai Suarez, continuo a dirlo, ma nessuno mi crede. Come l’altr’anno con Guardiola. Non ci sono i tempi, a noi il centravanti serve per la Champions. Se dovesse arrivare dopo la fine del mercato non sarebbe più possibile metterlo in lista. Lo stesso Suarez vuole giocare in Europa. Amen, fine». «Servirà a Suarez per qualche altro campionato» fu la spiegazione di un procuratore esterno all’affare.
Qualcuno (la Juve?, Suarez?) aveva inizialmente interesse ad accelerare la pratica – e qui non ci piove -, ma montare tutto ‘sto casino per qualcosa di chiaramente irregolare, che se fosse passato sarebbe stato contestato anche politicamente, aveva senso?
Era talmente sospetto per rapidità, quell’esame, che due giorni dopo il suo esito positivo sul Corriere della Sera Aldo Grasso ha scritto: «Sarebbe bello incontrare i professori che hanno esaminato Luis Suarez per sapere cosa si prova a incontrare un genio: «Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto». E ha aggiunto: «Suarez si è detto molto soddisfatto del corso svolto in preparazione e i suoi esaminatori hanno confermato che il candidato si è dimostrato all’altezza, superando l’esame. In poco più di mezz’ora, l’uruguagio ha dato prova di conoscere la nostra lingua rispetto a un test che di solito dura solo due ore. Ora l’Università di Perugia può fregiarsi di un testimonial internazionale che si è graziosamente concesso ad alcuni selfie; cos’è in fondo un pezzo di carta che consentirà all’attaccante del Barcellona di accedere al diritto di cittadinanza e al passaporto comunitario? Un esame d’italiano livello B1 è pur sempre un esame, non un esame di coscienza».
Il tentativo di corruzione potrebbe essere ipotizzato, ma solo se l’eventuale corruttore avesse promesso al corrotto almeno un caffè al bar o un salame. Dunque, come vogliamo archiviarlo, questo caso, visto che Suarez non è perseguibile e la Juve fino a prova contraria s’era chiamata fuori? Uno scandalo del calcio? Sai che emozione. È la Santa Cultura che va a puttane, e non solo per Suarez, le intercettazioni nascono prima, per altri sospetti, il trojan di circostanza (che è un verbodilatatore) pare sia diventato perugino per opinabili pratiche cinesi.
Ma fa specie registrare certe notizie mentre il tormento del giorno riguarda l’apertura delle scuole, degli asili nido, l’acculturazione delle Anime Innocenti, quando in realtà si accompagnano allievi all’ultimo brivido – il diploma o la laurea – con il viatico della falsità o dell’imperdonabile servilismo. Sempre che non sia peggio”.
PS. Avrebbe un senso e un valore, tutto questo putiferio, soltanto se servisse a rilanciare il dibattito sullo ius soli accelerando l’approvazione di una legge giusta.