Nel suo girovagare, un giorno, Andrea Carnevale incrociò Osimhen, il neo acquisto del Napoli e al Corriere dello Sport, ne parla in maniera approfondita. «Giocava a destra e ti chiedevi: perché tenerlo così lontano dalla porta? E infatti, è bastato sistemarlo dove la sua natura lo spinge per coglierne i frutti. Per me, Osimhen ha tutto quello che serve per diventare un grande calciatore di livello internazionale, al Napoli vanno fatti i complimenti per aver pescato un calciatore straordinario, che rompe le linee, riempie l’area. Ha una muscolatura che ancora si sta formando e non oso immaginare quel che possa diventare».
Intanto, ci ha messo del suo nel Napoli di Parma. «Può stare in vari schemi, ma il 4-2-3-1 mi sembra quello adatto, perché i difensori non lo tengono e sono costretti ad aggrapparsi a lui, lasciando quindi liberi gli spazi per Mertens o per Insigne o per Lozano o per i centrocampisti. Èessenziale, pratico, ma ha anche una personalità speciale: gioca già da grande, da centravanti fatto e finito, pur avendo solo ventuno anni».
Non l’ha stupito? «Per niente. Ero convinto delle sue potenzialità ed ero solo curioso di verificare il suo impatto sul campionato. L’esperienza in Francia lo ha arricchito, l’ha reso anche più smaliziato. Sa cercarsi la profondità, ma sa anche aprire il campo agli altri. Per dirla sinteticamente: Osimhen fa paura, è una forza della natura».
E lei lo avvicina a…? «Ha qualcosa di Weah, che però aveva un talento speciale. Non so dove possa arrivare, perché siamo al cospetto di un ragazzino che ha appena giocato la sua prima partita italiana, ma in certe movenze e a volte nella postura mi sembra di rivedere il primo Adebayor, quello che con l’Arsenal di Wenger si conquistò prima il City e poi il Real Madrid».
A. Giordano (CdS)