Ciciliano (CTS): “Stadio? La priorità è quello di contenere i contagi”

Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto di medicina delle catastrofi con compiti di segreteria del CTS, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Punto Nuovo: “È necessario ricordare che una grossa concentrazione di pubblico rappresenta il più grave contesto di diffusione del virus. Mille persone allo Stadio Olimpico o allo stadio San Paolo sono un numero bastevole per un impianto del genere. Ma in un impianto più piccolo è anche un numero eccessivo. Il DPCM attualmente in vigore, che scade il 7 ottobre, prevede la possibilità di accogliere spettatori in eventi all’aperto fino ad un massimo di mille persone”.

“Il Governo e la FIGC hanno inteso di iniziare a rendere fruibile l’accesso allo stadio con questa modalità di organizzazione. Il discorso dei mille, non è soltanto legato alla posizione sugli spalti, ma anche all’arrivo ed all’uscita dello spettatore all’impianto sportivo. Al netto della disciplina sportiva, il calcio è un meccanismo economico che rappresenta la terza azienda in Italia per volume d’affari e siamo perfettamente consapevoli della sua importanza. È ovvio che tutti noi appassionati, vedendo gli spalti vuoti, ci pare sterile. È di tutta evidenza che per ora, la priorità è quello di contenere i contagi. Non bisogna andare lontano, in Francia e Germania i numeri aumentano”.

“La nostra preoccupazione riguarda la fruizione degli sport all’aperto, ma anche quelli al chiuso. Nei palazzetti il rischio contagio potrebbe essere maggiore. L’orientamento della curva epidemiologica ci conduce ad una possibile maggiore apertura a metà ottobre. Grazie all’apertura delle scuole, gli edifici in sé ed i mezzi di trasporto saranno un esperimento utile per poter pensare ad una data. Da metà ottobre bisognerà prendere in considerazione l’indice epidemiologico del momento e capire, sia per gli impianti all’aperto che per quelli al chiuso”.

Tornare al San Paolo?

“A Napoli ci ho lasciato un pezzo di cuore. Sicuramente ci tornerò quando le condizioni epidemiologiche lo permetteranno”.

 

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