Fabio Cannavaro, dall’alto dei suoi trionfi, racconta quello che si aspetta in questa stagione che non è ancora di post-Covid. E parla di Gattuso, Pirlo e Inzaghi, i suoi compagni che nel 2006 alzarono con lui la coppa più bella nella notte di Berlino. E del Napoli e delle sue favorite per lo scudetto. E svela che un giorno, chissà quanto lontano, su quella panchina dell’Italia, piacerebbe anche a lui sedersi. Eccolo ai microfoni de Il Mattino:
A lei non viene voglia di tornare in Italia, per esempio? «Voglio continuare a vincere qui con il Guangzhou che è uno dei club più prestigiosi, a novembre riprende la Champions che probabilmente si giocherà a Doha. Ma è chiaro che prima o poi verrò nel mio Paese ad allenare».
Magari come ct? «E a chi non piacerebbe? Dopo Mancini ho l’impressione che toccherà a un campione del mondo del 2006 sedersi sulla panchina dell’Italia. Ma non so se sarò io o chi altro. Devo anche dire che il lavoro di Roberto è straordinario perché chiunque verrà dopo di lui troverà una squadra vera, che dovrà preoccuparsi solo di trovare gli eredi di Chiellini e Bonucci. E che si prepara a un Europeo da protagonista».
A parte lei, solo Ancelotti allena all’estero. Gli allenatori italiani sono passati di moda? «Non credo, ma forse non tutti hanno il coraggio di andare fuori e mettersi in discussione. Io l’ho fatto e non me ne sono mai pentito. Anzi. Poi a me piace continuamente mettere in discussione le mie idee. Quel che conta è averne…».
Per esempio, lei ha strizzato l’occhio alla difesa a tre? «Vero, ho lavorato per molti mesi a questa organizzazione difensiva che ha dei vantaggi soprattutto nella costruzione del gioco perché consente di coprire meglio gli spazi. Poi a un certo punto sono tornato alla difesa a 4. D’altronde, vado a memoria e forse mi sbaglio, ma in Europa l’ultima squadra a vincere una coppa schierando con una difesa a tre è stato il Parma con Malesani in panchina nel 1999. E dunque, un motivo ci sarà se è passato tutto questo tempo».
Fonte: Il Mattino