Aldo Serena non ha dubbi: in questa danza frenetica dei bomber ci guadagnano tutti. La Juve, perché con Dzeko trova «il centravanti ideale» in grado di esaltare la fantasia di Ronaldo e Dybala; la Roma che pur perdendo un pezzo da novanta acquista «un rapace d’area» come Milik e il Napoli perché Osimhen permette a Gattuso di schierare una squadra «che può cambiare pelle durante la partita». L’ex bomber di Juventus, Inter e Milan legge così il triangolo di mercato che tiene col fiato sospeso milioni di tifosi.
Serena, Dzeko è l’attaccante ideale di questa Juve?
«Penso proprio di sì. Dzeko ha una capacità tecnica fuori dal comune. È vero che è un over 30, ma parliamo di un atleta integro e qualche campionato di alto livello lo può fare. Dybala e CR7 avranno un compagno sul quale appoggiarsi con sicurezza, sapendo che la palla ritornerà a loro coi tempi giusti».
La Roma quindi perde un calciatore fondamentale?
«Secondo me sì. Non conosco i calcoli economici che fanno le società, però se dovesse partire Dzeko arriverebbe Milik che per me non è ancora così bravo. Credo che potrebbe diventarlo, questo sì».
In che modo Milik potrà migliorare i giallorossi?
«Attacca meglio la porta e mi sembra abbia più fame e desiderio di fare gol. Edin è speciale nelle giocate che fa, a volte però gli manca quel fuoco dei bomber veri. il polacco è più giovane e, attraverso la Roma, può ritagliarsi uno spazio nel panorama internazionale. Nella fase di costruzione Dzeko è indubbiamente più bravo, ma in fase realizzativa scelgo Milik».
Quanto possono pesare i due infortuni gravi che ha subito?
«Quando si è ancora giovani si può recuperare appieno. Con l’andare del tempo, dopo aver giocato sopra interventi come quelli subiti da Milik per 6 o 7 anni, lo sforzo prolungato può iniziare a dare delle difficoltà. Ma dipende da fisico a fisico».
Che calciatore è Osimhen?
«Ha potenza, è veloce e si combina bene con il gioco di Gattuso che vuole un Napoli cangiante nei 90 minuti. A volte Rino chiede il baricentro basso, in altre pressa alto. Avere un attaccante bravo anche lontano dalla porta è importante».
Immobile e Lukaku possono confermarsi?
«Le cifre di Immobile sono state impressionanti e credo irripetibili. È vero che la Lazio lo mette sempre nelle migliori condizioni, ma anche con 25 gol il suo score sarebbe straordinario. Lukaku si è preso la titolarità di capitano dell’Inter anche se non ha la fascia. È il punto di riferimento tecnico e morale e si trova in totale sintonia con Conte. Si ripeterà».
Ibra ha quasi 39 anni. Come fa a essere così decisivo?
«Conosce perfettamente il suo fisico. Alla Juve faceva l’esterno, Capello lo ha trasformato e lui ha capito che facendo tanti gol poteva diventare tra i migliori al mondo. Ora ha una mobilità ridotta, una velocità al 70%, però il fisico è integro. Capisce l’azione come pochi e gli avversari hanno persino timore ad avvicinarsi: li domina sotto il profilo psicologico».
Facciamo un gioco: su chi scommetterebbe per il titolo di capocannoniere?
«Ronaldo. Oppure Immobile. Ma vi dico un’altra cosa: guardo con attenzione Vlahovic della Fiorentina, che può diventare il centravanti top del futuro. Attacca bene la profondità, difende palla, è ancora inesperto ma con margini di crescita notevoli». Fonte: CdS