Andrea Di Caro, vice direttore de La Gazzetta dello Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma:
Playoff nei campionati europei?
“Strategie per ridare suspance, ormai nei maggiori tornei internazionali ci sono sempre le stesse squadre a vincere. Al tempo stesso è una cosa un po’ ingiusta la dinamica. Magari una squadra ha dominato la stagione, poi incontri la quarta in classifica e rischi di perdere. I valori si devono vedere all’interno della stagione. Però ovviamente in un campionato dove vince sempre la stessa c’è un po’ di noia. In passato c’è stata molta polemica su alcuni Scudetti, nell’ultimo periodo c’è stato invece un dominio. Le squadre che inseguivano non hanno avuto la capacità di programmare o di continuare lo stesso percorso. Napoli, Roma e Inter hanno avuto grandi giocatori che poi sono andati via e non hanno più potuto lottare contro la Juventus. Alcuni club si sono anche accontentati di arrivare in Champions League, dando per scontato che ce ne fosse una molto più forte”.
Campionato più equilibrato?
“Penso che la possibilità che sia una Serie A più equilibrata è legata all’incognita Pirlo, che per quanto possa essere bravo è al primo anno in panchina. Magari nella Juventus c’è anche qualche giocatore avanti con l’età, a partire da Ronaldo. Conte vuole invece investimenti mirati, non pensa al futuro ma vuole vincere subito. Gattuso potrebbe avere capacità di capire meglio certi meccanismi, il Milan invece secondo me è ancora indietro. Non vedo la Roma in chiave Scudetto“.
Napoli nei primi 2-3 posti?
“Secondo me sì, lo vedo dopo Juventus e Inter”.
Linea dura del CTS sui tamponi e sugli stadi?
“Temi delicati, provo a sintetizzare. Il COVID-19 ha dato due fasi: una drammatica fino ad aprile e maggio, ora c’è una ripresa anche ampia dei contagi ma sicuramente una continuazione del virus in maniera meno violenta apparentemente. Credo che il virus resti pericoloso, ci sono molte incognite, non si capisce nemmeno la maniera in cui colpisce. C’è però anche una situazione economica del Paese che deve riprendere a vivere. In questo spiraglio si inserisce anche il calcio, si aspira a controlli che siano meno attenti. Bisognerà capire quale sarà la terza fase del virus, se andrà a scemare o se ci sarà un ritorno virulento”.