Fabio Ciciliano, dirigente medico Polizia di Stato, membro e segretario del CTS, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma:
Pressione dal calcio italiano per tamponi e stadi?
“Non è che ci sia grossa pressione. La valutazione ovviamente c’è sulle discipline sportive, poi sulla fruizione dell’evento sportivo. Non abbiamo fatto alcun tipo di menzione specifica, ci siamo limitati per il discorso della riapertura degli stadi a posporre il tutto all’inizio di ottobre, per due motivi: bisogna valutare l’impatto epidemiologico di ripresa scuole e trasporti e la norma del DPCM, che in qualche maniera evita fino al 7 ottobre altre deroghe per la riapertura”.
“Sono pervenuti al CTS diversi documenti, alcuni attraverso le federazioni e altri attraverso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che è il nostro referente. E’ arrivata anche una corposa documentazione sui 17 stadi della Serie A con le soluzioni organizzative. Tutti gli eventi ad altissima concentrazione di pubblico però non sono limitati alla posizione del tifosi ma pure ai fenomeni di movimento delle masse e delle persone che devono raggiungere lo stadio e dal quale poi devono fluire via. Il ragionamento quindi dev’essere complessivo”.
Se un calciatore si contagiasse prima della partita d’esordio?
“Nella contingenza della gara amichevole del Napoli in Portogallo, a causa del COVID-19 dei calciatori dello Sporting la partita è stata annullata. Il CTS non può decidere in merito ma deve garantire che tutti quelli che sono coinvolti possano disputare le gare in sicurezza. L’esito del tampone consentirà alle squadre di scontrarsi con squadre di diversa provenienza. Quello che era il protocollo dei 4 giorni è legato al fatto che per poter recuperare le partite rimaste indietro i giocatori erano sottoposti a competizioni molto strette, lo spirito del tampone ogni 4 giorni era legato a quel tipo di contingenza”.
Chi deve dire se si gioca o meno?
“Dal punto di vista organizzativo, il discorso è legato alla federazione. Ovviamente la persona positiva deve farsi la sua quarantena di 14 giorni e il contatto stretto deve fare l’isolamento fiduciario. Su questo non c’è dubbio, vale per tutti i cittadini. Se i calciatori sono stati a stretto contatto, ovviamente non possono giocare”.
Fine ottobre allo stadio?
“Noi avremo il carico massimo a partire dal 24 ottobre, quando tutte le scuole d’Italia saranno aperte. Sicuramente dopo le elezioni e con tutte le scuole aperte dovremo far partire i famosi 14 giorni per ottenere le prime analisi e valutazioni su scuole e trasporti per poter essere più precisi. La volontà è quella di dare la possibilità di far tornare i tifosi allo stadio. In realtà non è un problema che riguarda solo il calcio ma anche gli altri sport. L’esigenza assoluta di sicurezza sanitaria ci impone di avere”.