E DUE
Ma le lacrime possono non essere sufficienti e quando a undici mesi dalla prima operazione, ricadendo ma poggiandosi sul terreno della Spal, l’altro ginocchio cigolò. Milik lasciò dondeggiare il capoccione e si infilò in un dramma personale, da condividere con la propria immagine deformata. Solo 17 presenze – anno di disgrazia 2017/2018 – che in realtà sono rappresentati da 543 minuti sparpagliati, e una identità ma anche una “credibilità” da ricostruire insieme al crociato. In quei due anni, il Napoli l’ha aspettato, convinto di poterlo accompagnare fuori dall’angoscia. E poi l’ha tenuto su, distruggendo sul nascere qualsiasi ipotesi di mercato. Ha lasciato che con Sarri riemergesse dalla brume, che Ancelotti lo restituisse ad una energica esuberanza, che il calcio gli piacesse ancora e sempre, nonostante i dubbi (della gente) sulla sua elasticità. Fonte: CdS