Mertens, Osimhen e Insigne hanno bisogno di un calcio che li sostenga

C’è stato un tempo, anche assai recente, in cui il bomber a orologeria esplodeva sistematicamente. Mertens o Insigne oppure Callejon, semmai Milik (quando c’è stato) e comunque quella ha rappresentato un’idea, quasi nuova se non fosse esistito Zeman prima degli altri, di calcio verticale, dentro ad un tridente. E’ da lì che si ricomincia, certo non per caso, perché ognuno deve recitare se stesso, il proprio ruolo e rispondere alla propria natura, che Gattuso ha rispolverato subito: «Non dimentichiamo ciò che abbiamo fatto con il 4-3-3».

Né cosa sia stato Mertens, il Re di Napoli, 125 gol e un trono che fino a prova contraria, e ce ne vorrà, gli apparterrà. Ma Mertens è anche altro: è il terzo, nella classifica dell’ultimo decennio, di questa serie A nella quale si è catapultato da centravanti appena quattro stagioni fa, quando si fece male Milik. Davanti a lui ci sono Higuain e Icardi, nati per segnare, e dentro le statistiche resta quel dubbio: e se avesse cominciato subito, a vivere dentro i sedici metri?

Mertens sta là davanti, nelle gerarchie ancora in vantaggio rispetto ad Osimhen, che è costato settanta milioni di euro ma avrà bisogno di dimostrare ciò che vale, almeno in campo, per potersi lasciare alle spalle quel «gigante» belga: sono due prime punte, chiaramente diverse, hanno bisogno di un calcio che li sostenga. Fonte: CdS

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