Cosimo Sibilia, vicepresidente FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “La situazione di De Laurentiis ci ha sorpresi perché lui è un uomo estremamente scrupoloso sulla salute, e poi la società ha affrontato la tragedia Covid-19 in maniera puntuale, rigorosa e severa. Ho ricevuto una telefonata poco fa, Vigorito ha avuto l’esito del tampone: è negativo. Menomale che, al momento, non abbiamo ulteriori contagi, spero anche anche gli altri che hanno effettuato il tampone siano negativi al test. Speriamo che Aurelio possa rimettersi quanto prima”.
Inchiesta?
“Ho letto anche di questo, di un approfondimento in merito a ciò che si è verificato, ma non ho notizie per adesso. Chiaramente ci sono delle leggi da osservare e tutti sono tenuti a dare un contributo formale, oltre ad essere responsabili”.
Controlli in aeroporto?
“Bisognerebbe conoscere bene la situazione. Io vado al Parlamento, ad esempio, mi controllano sempre la temperatura”.
Stadi aperti?
“La differenza tra LND e professionisti è sostanziale. Partecipare in uno stadio di oltre 45.000 persone, con 1.000 tifosi, è una cosa possibile. Far riflettere, e poi prendere una decisione convergente le Regioni e il Governo, è possibile? Per quanto riguarda i Dilettanti, abbiamo Regioni che hanno già cominciato a giocare, anche con il pubblico. Altre, come in Sicilia, hanno difficoltà a far accedere il pubblico negli stadi”.
“Nel calcio, c’è la necessità di far capire a tutti che è uno spettacolo bello per il pubblico, altrimenti è uno spettacolo monco. Riaprire lo stadio, con il 10% di tifosi, con tutte le misure di sicurezza da attuare, è possibile. Guardiamo anche all’aspetto economico: gli incassi da botteghino servono a molte società per mantenersi. Compatibilmente con le esigenze sanitarie, dobbiamo riaprire parzialmente. Credo che la riapertura delle scuole, possa segnare un inizio per ragionare sulla riapertura degli stadi. Abbiamo la necessità che allo stadio ritornino i tifosi, ma è la curva del contagio che fa sempre la differenza sui nostri discorsi”.