Juve, profondo rosso. I bilanci al tempo della pandemia riflettono in maniera inequivocabile la sofferenza generata dal coronavirus e di una crisi ancora in corso. I risultati dell’esercizio 2019-20, chiusosi al 30 giugno scorso, approvati ieri dal Consiglio di amministrazione del club bianconero, cristallizzano una perdita di 71,4 milioni, in aumento di 31,5 milioni rispetto ai – 39,9 milioni dell’esercizio precedente. Si tratta della terza chiusura negativa consecutiva, dopo i -19,2 milioni del 2017-18. L’impatto del Covid si evidenzia nel fatturato: i ricavi, al lordo delle plusvalenze, ammontano a 573,4 milioni, in calo rispetto ai 621,4 milioni del bilancio precedente (-48 milioni). Calano anche i costi, a quota
EFFETTI. Gli effetti principali si trovano nella contrazione dei ricavi. La Juventus rileva che tali misure «oltre a non aver consentito per alcune settimane l’apertura al pubblico del museo e dei negozi (questi ultimi rimasti chiusi dal 9 marzo fino al 17 maggio 2020), con conseguente
ACCORDO. Per attutire l’impatto negativo della pandemia, il club bianconero aveva raggiunto a marzo un’intesa con i calciatori per la riduzione degli ingaggi di quattro mensilità, che ha portato un risparmio di circa 90 milioni. Ciò non è comunque stato sufficiente a riportare in equilibrio la gestione. «L’incremento della perdita dell’esercizio – si legge nella nota del club – deriva da minori ricavi operativi per 62,8 milioni, maggiori oneri da gestione diritti calciatori per 15,6 milioni, maggiori ammortamenti e svalutazioni per 25,8 milioni, maggiori altri ammortamenti per 5,7 milioni e maggiori oneri finanziari netti per 2,4 milioni». Il futuro è ancora nebuloso: «Il permanere della crisi sanitaria globale acuisce il clima di incertezza economica e sportiva. Allo stato l’esercizio 2020/2021 è previsto in perdita». Fonte: CdS