Quel vulcano di Aurelio e le sue estati pericolose. La fuga in motorino del 2011 dal rito della compilazione dei calendari, il no alla premiazione della Supercoppa ma anche i fantasiosi colpi di scena: sempre
pronto a pagare il prezzo delle sue idee.
LE SUE ESTATI
L’energico e il visionario si nascondono in questa doppia anima di Aurelio De Laurentiis, che un giorno di qualche luglio fa (era il 2011) se ne andò urlando al mondo del calcio della Serie A la sua indignazione per quel sorteggio dei calendari irrispettosi. E per sfuggire a quel clima, e standosene lontano, nell’attesa (eventualmente) di tornare a Los Angeles, ci mise un colpo di teatro, mediaticamente avvolgente, salendo sul motorino di un ragazzo, dal quale si fece dare un passaggio ed al quale, mesi dopo, avrebbe regalato uno scooter griffato Napoli. C’è stata un’epoca, che ancora vive, ricca di lui, delle sue eversive dichiarazioni. Di esternazioni da “picconatore” quasi seriale, però al Nido d’Uccello a Pechino, agosto 2012, dopo che la Juventus vinse la finale di Supercoppa in una serata densa di ombre cinesi allungate dall’arbitro Mazzoleni e dai suoi collaboratori, s’inventò un epilogo del quale, poi, si sarebbe pentito, un (ennesimo) taglio con un universo divenuto per lui allergizzante. Niente premiazione per la squadra, invitata a rientrarsene nello spogliatoio e disertare la cerimonia. E veleno sul Palazzo, che gli aveva sventolato tre cartellini rossi sotto ai piedi, manco fosse un tappeto per l’inferno.
Fonte: CdS