De Laurentiis: “Il City vuole Koulibaly? Allora deve parlare con me”

Il presidente azzurro a tutto campo: coppe europee, Nazionali e mercato

La grinta solita del presidente De Laurentiis nella conferenza stampa finale del ritiro azzurro 2020 a Castel Di Sangro. L’agomento mercato è la prassi:

«Non possono aggrapparsi alla storia di Jorginho Fabian? È appetito da quando è arrivato da noi»

Eh sì, la lingua batte dove il dente duole: e 200 milioni di euro che volano via così, senza riuscire a trattenerli, lasciano il segno, e lasciano ferite che sanguinano e fanno male. L’estate torrida di Aurelio De Laurentiis sfila dentro quel vuoto pneumatico che circonda, è una bolla (avvelenata) da scacciare in una serie di sfide senza limiti, né frontiere, in cui adagiarsi. Perché quando il gioco si fa duro, Adl si (ri)mette a giocare: e stavolta con l’Uefa, con il City, con gli arbitri, con quel mondo nel quale fatica a ritrovarsi.

Le battaglie di De Laurentiis sono varie ma quella sulle Nazionali ha la priorità. «Io mi chiedo semplicemente chi pagherà, quando ci imbatteremo in infortuni resi inevitabili da partite che si smaltiranno ogni tre giorni. E so per certo che se qualcuno tornerà dalle Nazionali con il virus, saranno guai storici, che dovranno affrontare gli avvocati».

Campionato falsato, ama preannunciare. «Lo sarà pure quest’anno. Prima accedeva con le estrazioni a convenienza e calendari poco onesti; stavolta, senza pubblico e giocando sempre. Ma io le cose le dico in libertà e questo non ha prezzo: come quando attaccavo Platini e Blatter. Non avevo torto, come si è visto. E però c’era anche chi mi diceva: te la faranno pagare: magari ci hanno mandato arbitri che ci hanno fatto perdere qualche partita, ma c’è la soddisfazione di essere stati se stessi, integri e onesti». 

Gli arbitri conducono a Nicchi... «È portato avanti da Lotito, che è simpatico ma al quale non cambi la testa».

Il ritiro è finito. «Siamo stati bene, e ringrazio il presidente della Regione e il sindaco di Castel di Sangro. Abbiamo trovati impianti sportiv i strepitosi e una accoglienza famigliare. A Gattuso e ai ragazzi va un dieci e lode, perché sono riusciti pure a fare alcune partite nonostante lo sforzo e il breve stop. Se fossero rimasti tutti qua, credo che il 20 non ce ne sarebbe stato per nessuno». 

Domani sono, per lei, sedici anni di Napoli. «Tutti intensi, vivi, belli, emozionanti. Ma ora va cambiato il calcio. Varie cose sono cambiate, rispetto al mio arrivo, com’era inevitabile che fosse: all’inizio inseguivo la cantera, poi mi sono chiesto se fosse davvero produttivo. Oggi val la pena investire su talenti cresciuti altrove. E’ una visione che si è resa necessaria dopo serie valutazioni e poi io non ho 456 milioni, né 380 o 1 miliardo di debiti». 
 
Il mercato domina o almeno dovrebbe ma Koulibaly è ancora del Napoli. «Non è ancora accaduto molto e comunque, per Koulibaly, il City sostiene che non può parlare con noi per il vecchio problema-Jorginho. Come può alimentarsi una negoziazione seria?».

Fabian piace e tanto. «Fabian è appetito da quando è arrivato». 
 
Il Covid vi sottrarrà energia economica. «Purtroppo sì, viaggiamo con una previsione di perdita che va dai 150 ai 200 milioni». 

E adesso quali obiettivi si darà? «Per il momento, la sopravvivenza, poi quando il campionato tornerà serio ne riparleremo e faremo progetti. Non sappiamo neanche se sarà un campionato normale o con i play-off, siamo piombati nell’ignoto». 

Con Gattuso inizia una nuova era? «I cicli restano in piedi per i giocatori, ma vengono poi sempre riplasmati dall’allenatore di turno. Quanto insegnato da Sarri, è stato cancellato da Ancelotti; poi, è arrivato Gattuso ed è intervenuto secondo criteri. Ci sono stati arrivi, partenze, che alterano la continuità. E’ fatale ma anche inevitabile».

Antonio Giordano (CdS)

 

 

 

 

 

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