Spunta Gravina in ritiro: «Qui uno spot per il calcio»

Gravina era atteso per le prime partite aperte al pubblico in Italia, venerdì pomeriggio. Ha preferito arrivare ieri mattina, per un saluto ad Aurelio De Laurentiis e un giro per le strutture che conosce a memoria anche perché, quasi tutte, realizzate dalla sua famiglia negli anni 90. Gabriele Gravina, il presidente della Federcalcio si è solo limitato a un rapido «sì è bellissimo aver rivisto i tifosi sugli spalti, è uno spot per il calcio» perché poi con il Consiglio federale in programma domani avrà modo di toccare tutti gli argomenti. Da tempo tra il numero uno della Figc e De Laurentiis è totale la visione del calcio: quando Gravina aveva proposto l’introduzione dei playoff, il patron del Napoli in Lega si era detto favorevole. Anche se poi i club avevano respinto l’idea. Anche sulla data di partenza della stagione, il presidente del Napoli e quello della Federcalcio avrebbero preferito l’inizio di ottobre. Ma anche in questo caso hanno dovuto alzare le mani. Il centro sportivo dove il Napoli è di casa fino al 4 agosto con il vicino complesso di tennis sono stati realizzati dalle aziende della famiglia Gravina più di venticinque anni fa quando l’attuale presidente federale guidava anche l’impresa in B del piccolo Castel di Sangro.
Con De Laurentiis, Gravina è rimasto per qualche ora facendo visita anche agli stand promozionali allestiti nel palazzetto dalla Regione Abruzzo. D’altronde, nel primo sopralluogo è stato proprio Gravina ad accompagnare De Laurentiis. Per la Figc si annuncia, in ogni caso, un autunno assai caldo. Nonostante il desiderio di spostare le elezioni federali, queste si terranno a inizio 2021. E per Gravina, che vuole restare alla guida della Federcalcio nell’anno dell’Europeo, si annuncia un nuovo braccio di ferro con il suo vicario, Cosimo Sibilia. Non è un mistero che i rapporti tra i due siano adesso molto freddi, proprio in vista delle elezioni. Nel 2018 un patto tra i due sancì la fine del commissariamento. Secondo molti, l’accordo prevedeva un’alternanza. De Laurentiis, è evidente, saprà con chi schierarsi. Ma come tradizione i club della Lega di A si spaccheranno in varie anime. E non avranno peso nell’elezione federale. Fonte: Il Mattino

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