I mille hanno dato il massimo, sono stati lo spettacolo che ha fatto da contorno al primo allenamento del Napoli di questa nuova stagione distante appena 16 giorni dalla vecchia. Da Barcellona a Castel di Sangro. Osimhen e Rrahmani sono i due volti nuovi, molti di quelli che andranno via sono ancora qui. Ci sono tutti. I tamponi sono stati tutti negativi.
Il vocione di Gattuso comincia a spopolare dopo una manciata di minuti dall’inizio della seduta: se ne era stato acquattato come un gattone a lasciare a Gigi Riccio il compito di dettare le danze iniziali. Lo spettacolo sono le urla dei tifosi, più che quelle di Ringhio che nel buio degli stadi vuoti in tanti si sono abituati a riconoscere. Ma è una gioia vedere i mille urlare per un gol di Elmas, per un lancio di Koulibaly, per il primo slalom di Insigne. I tifosi sono sparpagliati su queste tribune immense che possono arrivare anche a 7 mila spettatori.
In fondo, a sentire gli applausi, gli incitamenti e i cori (quanti bambini), ci si rende conto di quanto sia complicato abituarsi al silenzio del calcio. I mille sembrano diecimila per come sciolgono il cuore: «Ciro Ciro». È la prima volta che i tifosi ritrovano Mertens dopo la scelta di rinnovare, il primo omaggio è per lui. E poi applausi per tutti e in una manciata di secondi i mille tifosi hanno messo alle spalle i disagi per essere arrivati su quegli spalti con le mascherine, dopo file anche di un’ora. Le disposizioni anti-Covid sono severe qui, tra zone gialle e rosse (i residenti sono impazzati per i pass), controlli e tanto altro. È un evento non di poco conto, si capisce che è un appuntamento con la storia. Fonte: Il Mattino